Regia di Woody Allen vedi scheda film
Un film commerciale girato alla perfezione. Peccato che, oltre all’evasione, ci sia il nulla. Non si ride quasi mai, il contributo utile alla riflessione sulla vita è ugualmente prossimo allo zero. Inoltre qualche pecca nella sceneggiatura c’è: il mafioso semianalfabeta che diventa scrittore non è per nulla credibile, come non lo è la sua scelta di uccidere l’attrice.
Va bene per un pubblico borghese che vuole vedere messi in scena i suoi luoghi comuni riguardo al teatro, ovvero al consumo della cultura inserita nella società “che conta”, con spasmi di lirismo che permettono di fingersi di elevarsi sulla massa.
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