Regia di Walter Hill vedi scheda film
Se non sei Rambo la Louisiana può diventare pericolosa come il Vietnam. Se non sei un soldato vero non ti metti a scherzare con il fuoco. Se sei un soldato della guardia nazionale non devi trasformare una esercitazione nelle paludi del sud in uno scontro armato con la popolazione cajun del luogo. Se sei un cittadino della più grande potenza militare del pianeta devi stare attento ad innescare certi meccanismi violenti e arroganti che possono portare a reazioni anche più violente della tua. Quando ti muovi in un territorio ostile e non sei bene armato e preparato è facile diventare la preda di chi si muove meglio ed è armato veramente. Mostrare i muscoli serve solo a far aumentare la rabbia dei tuoi nemici, così da rendere sicuramente tragica quella che doveva essere solo una prova militare. La dimensione epico-virile del cinema di walter hill qui diventa inquietante, tragicamente impotente di uscire dalle paludi in cui è ambientato. La bellezza naturale e selvaggia della Louisiana non lascia scampo ai nove, il pantano è prima di tutto mentale per un paese che ha già dimenticato il Vietnam. La chiusura estetica del film mette alla prova la cultura dominante degli anni ottanta americani, qui anticipati e smontati. Il nostro rovescia la prospettiva dei film precedenti, e come se raccontasse i guerrieri della notte dalla parte di quelli che uccidono il capo delle bande, e come raccontare Jesse James dalla prospettiva di Robert Ford. L'epicità lascia il posto all'ignoranza, alla convinzione di poter fare tutto senza conseguenze, alla libertà di distruggere e violentare in nome di un etica sempre più opportunistica che individualista, sempre più arrogante sempre meno pioneristica. Capolavoro teorico-pratico tra l'antireaganismo e l'azione dove la ristrettezza geografica amplifica quella sociale.
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