Regia di Leon Klimovsky vedi scheda film
Secondo apocrifo della saga Django (dopo Django Spara per Primo) prodotto dal regista Marino Girolami per la co-regia dell'argentino Leòn Klimovsky e di Enzo G. Castellari, anche se del secondo si vede ben poco.
La sceneggiatura, del duo Sebares-Carpi, sviluppa un soggetto di vecchia concezione già per l'epoca, molto più vicino al western americano rispetto allo spaghetti. Dal primo riprende i conflitti tra agricoltori e allevatori (che qua, divisi nelle consuete due fazioni contrapposte, si danno battaglia a colpi di fucile e di intrighi), le ambientazioni campagnole (ottime scenografie ispaniche con ambientazione invernale, tra massi e praterie), gli agguati con appostamenti tra i massi e gli assalti alle fattorie con agricoltori asserragliati nelle case messe sotto tiro di proiettili e fuoco. Dai secondi si riprende la figura del bounty killer, che qua come ne L'Uomo dalla Pistola d'Oro si sostituisce a uno sceriffo (che trova morto nel deserto) prendendone clandestinamente il posto nella città in cui è atteso per ripristinare l'ordine,,e quella del bandito redento (per amore di una figlia che lo crede zio, un po' come in Minnesota Clay) che farà da spalla allo sceriffo.
Il tutto viene sviluppato da uno script verboso e privo di guizzi e trovate (peraltro penalizzato da un doppiaggio pedestre e troppo enfatizzato). Ritmo lentissimo,, eccetto per la primissima parte di film che fa ben sperare. Buono e con gusto di genere il prologo in cui vediamo due manigoldi sfidarsi a braccio di ferro con gli arti a stretto contatto delle lame di due coltelli piantati su di un tavolo
Klimovsky regala buone immagini seguendo da vicino i protagonisti con inquadrature sempre molto strette ma è pessimo a dirigere gli attori. Ogni cosa è lentissima, dalle parlate ai movimenti dei protagonisti,
Anche Frank Wolff, solitamente ottimo, non convince, figurarsi per il granitico Anthony Steffen.
Buona la fotografia, male la colonna sonora di Savina.
Trascurabilissimo, anche se non pessimo nella messa in scena. Voto: 5=
Ha fatto di peggio.
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