Lo sa e se lo dice da solo, con un bell’autoinnesto di consapevolezza: Francesco Di Napoli è un attore di pancia, trainato dalle proprie viscere, e d’altronde non poteva essere altrimenti: nel 2019, quando il Nostro è appena maggiorenne, Claudio Giovannesi - fra gli autori italiani neo-neorealisti più sottili e intelligenti, e più lontani dal miserabilismo: vi rimandiamo alla recensione di Giulio Sangiorgio di Hey Joe - lo scaraventa nella potentissima bolgia del rione Sanità di Napoli. È lui il volto accidentale più folgorante di un romanzo criminale noir mai sedotto da se stesso, La paranza dei bambini, Orso d’argento per la miglior sceneggiatura alla Berlinale. Da allora, il giovane partenopeo s’irrobustisce su piccolo (Romulus, Mina Settembre) e grande schermo (La notte più lunga dell’anno), si lascia scolpire dai generi, non abbassa mai il tono della scommessa con se stesso, e quando torna dal “padre spirituale” Giovannesi, vince l’ennesima sfida: tener testa a un James Franco revenant.

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Francesco Di Napoli

QUESTIONARIO

  1. Come è avvenuta la tua educazione alle immagini: tv, cinema o piattaforme?
    A 15 anni, il punto di ritrovo della mia comitiva di amici era la sala giochi all’interno di un cinema, ci vedevamo lì praticamente ogni sabato. Quindi il cinema è sempre stato, anche inconsciamente, parte della mia vita. Mi sono commosso quando, fuori da quella stessa struttura, ho visto affisso il manifesto di La paranza dei bambini. Non ero cresciuto con l’ambizione di fare l’attore, ma con l’ammirazione per quest’arte, che era per me come un mondo lontano.

  2. La folgorazione per la recitazione: come è scattata e perché?
    Sono stati gli altri a convincermi che ne potevo fare qualcosa. Sul set del mio primo film, appunto quello di Claudio, mi sono sempre mosso seguendo un istinto, al di là delle indicazioni del regista ci mettevo del mio seguendo un impulso. Quando gli altri mi dicevano che avevo un talento, la mia risposta era sempre: e dove sta? Mi sono davvero persuaso che questa dimensione era giusta per me sul set di Romulus. Infatti, dopo La paranza dei bambini ero tornato a lavorare in pasticceria, non mi aspettavo nulla, invece dopo un paio di settimane vengo chiamato per partecipare ai provini di Romulus, mi presero, e capii che stava succedendo qualcosa. Capii anche cosa significava fare l’attore: studiare, lavorare, fare un percorso sul personaggio, sul fisico, sulla lingua. E farsi le pippe sulle sfumature!
    Francesco Di Napoli
    Romulus (2020) Francesco Di Napoli


  3. Come sei arrivato a fare questo mestiere?
    A 14/15 anni volevo sentirmi indipendente, così mi feci bocciare a scuola per cominciare subito a lavorare. Ho iniziato dal barbiere, pagato 50 euro a settimana, poi mi misi a fare qualche consegna con un amico di mio fratello, grazie al quale in seguito venni preso per lavorare in pasticceria. A quel punto era in corso lo street casting di La paranza. Chiamarono mio cugino, e poi, tra le sue foto di Facebook, intercettarono me. La casting director, Chiara Polizzi, mi convocò per un’audizione, ma io non mi presentai. Non ci credevo, con mio cugino ci sfottevamo ogni giorno, pensai a uno scherzo... Lui allora diede a Chiara il mio indirizzo e lei mandò Claudia Brignone a prendermi sotto casa per incontrare Claudio. Ci facemmo una chiacchierata, lui disse che ero bravo ma timido, mi misero un acting coach, mi fecero salire su una sedia a sbraitare, a dire e fare cose imbarazzanti, e quando scesi a terra mi resi conto che tutta la vergogna era sparita. 

  4. Quali sono le differenze che hai riscontrato maggiormente fra il set televisivo e quello cinematografico?
    Amo di più il set cinematografico, semplicemente perché si ha più tempo a disposizione per girare. Si girano due scene al giorno, massimo tre. Durante le riprese televisive si va più spediti, con cinque-sei scene al giorno. Solo che, e questo vale per me ma anche per altri colleghi, le idee ti vengono dopo i primi ciak, per cui è meglio non girare in limiti di tempo compressi.
    Francesco Di Napoli
    La paranza dei bambini (2019) Francesco Di Napoli


  5. Leggi riviste, cartacee e/o online, di critica cinematografica?
    Seguo Gianni Canova: ai tempi di La paranza dei bambini mi fece tanti complimenti, e fu un onore.

  6. Come ti approcci alla storia del cinema? L’hai esplorata da autodidatta o seguendo una logica più accademica?
    Il mio percorso spettatoriale è stato da autodidatta, non ho frequentato scuole o centri di recitazione, però ogni volta che lavoro con un regista gli chiedo di stilarmi una lista di film imprescindibili. I grandi classici penso di averli visti tutti, adesso mi sto dedicando ai film di nicchia.
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    La paranza dei bambini


  7. Come descriveresti il tuo metodo d’attore?
    Ognuno ha il suo, ognuno versa nel suo lavoro un contenuto personale. Non voglio dire che non credo nel metodo in generale però io sono istintivo, solo col tempo mi sono fatto più tecnico. Il mio approccio è quello di consultare lo script e mantenere un’assenza di giudizio, crearmi una backstory del personaggio nella testa, e poi quando l’aspetto fisico si modifica, quando lavori sulla postura e sul corpo, tutto diventa ancora più immersivo. Non posso comunque dire di seguire Stanislavskij!

  8. Dimmi tre registi senza i quali non puoi vivere e tre interpreti che ti hanno formato.
    Registi: Martin Scorsese, Quentin Tarantino, Sergio Leone. Attori: Al Pacino, Leonardo DiCaprio, Keanu Reeves.
    James Franco, Francesco Di Napoli
    Hey Joe (2024) James Franco, Francesco Di Napoli


  9. Condividi un ricordo da un set che hai particolarmente a cuore.
    Un ricordo brutto: quando mi spaccai un dente sul set di Romulus. Dovevo lanciarmi da un carro su 12 vasi, 11 erano finti e uno vero, bene, io ho beccato quello vero e son finito all’ospedale con 15 giorni di prognosi. Un ricordo bello: sul set di La paranza giriamo la scena al locale, stappiamo un numero imprecisato di bottiglie, dopo 19 ciak siamo tutti ubriachi. Durante quelle riprese era tutto vero, meno le sparatorie.

  10. Qual è il tuo film della vita?
    Quattro anni fa mi fecero questa stessa domanda e risposi Taxi Driver. Adesso però ho recuperato un film che avrei dovuto vedere ben prima, che mi ha scioccato e ha cambiato totalmente la mia visione del cinema. Quel film è C’era una volta in America. L’ultimo con cui ho pianto invece è Nomadland.

Autore

Fiaba Di Martino

Fiaba Di Martino è nata nel 1991, a un passo dal cinema Arcadia di Melzo, sua seconda casa e tempio irrinunciabile; è diplomata alla Scuola Civica di Cinema e Televisione Luchino Visconti di Milano (indirizzo scrittura cinetelevisiva) e si occupa dal 2016 di giornalismo e critica cinematografica per il settimanale cartaceo Film Tv e relativo sito web. Ha lavorato per MyMovies e Best Movie, collabora con Tv Sorrisi & Canzoni e con Gli Spietati. Insieme a Laura Delle Vedove nel 2016 ha scritto la monografia Xavier Dolan – Il sentimento dell'invisibile (Sovera Edizioni) e dal 2023 cura per il Cinema Farnese Arthouse di Roma le rassegne Arthouse Award e Nuova onda.

Filmografia ragionata & commentata

locandina La paranza dei bambini

La paranza dei bambini

Drammatico - Italia, Francia 2019 - durata 105’

Regia: Claudio Giovannesi

Con Francesco Di Napoli, Ar Tem Tkachuk, Viviana Aprea, Pasquale Marotta, Mattia Piano Del Balzo, Ciro Vecchione

Al cinema: Uscita in Italia il 13/02/2019

in streaming: su Now TV Sky Go Apple TV Google Play Movies Amazon Video Rakuten TV Netflix Netflix basic with Ads Timvision

«Ti parlo del mio rapporto con Claudio: all’inizio, lui era spaventatissimo perché temeva che potessi mollare da un giorno all’altro, quindi mi trattava con i guanti. Il nostro secondo incontro è stato diverso perché prima aveva preso un ragazzo dalla strada e lo aveva messo sul set, mentre per Hey Joe ha trovato un attore più consapevole, più adulto, con cui ha potuto discutere. Invece durante le riprese di La paranza era tutto meno ragionato».
locandina Romulus

Romulus

Drammatico - Italia 2020 - durata 48’

Titolo originale: Romulus

Creato da: Matteo Rovere

Con Francesco Di Napoli, Maria Celeste Sellitto, Emanuele Maria Di Stefano, Giancarlo Commare, Alessandro Cremona, Matteo Rovere

in streaming: su Now TV

«Un’esperienza formativa anche perché ho lavorato con quattro registi diversi e non è semplice benché abbiano sempre tutti tenuto più o meno la stessa linea d’azione, però ciascuno aveva un approccio diverso, chi era più concentrato sugli attori chi sull’estetica… Ed è stata una bella educazione attoriale visto il lavoro che ho dovuto effettuare sul corpo e sul linguaggio, imparando in protolatino anche le battute altrui per poter reagire credibilmente. Dopo Romulus mi pare di poter fare qualsiasi cosa, un’esperienza costruttiva quanto distruttiva! (ride, nda)».
locandina Hey Joe

Hey Joe

Drammatico - Italia 2024 - durata 117’

Regia: Claudio Giovannesi

Con James Franco, Will O'Donnell, Amy Blackman, Aniello Arena, Francesco Di Napoli, Francesca Montuori

Al cinema: Uscita in Italia il 28/11/2024

«Non nascondo che quando Claudio mi disse che il protagonista di questo film sarebbe stato James Franco sono stato terrorizzato per una settimana, che però ho sfruttato per prepararmi al meglio e nei due mesi precedenti alle riprese ho imparato a memoria tutte le mie scene. Quando provammo però uscirono cose nuove, si creò un bell’ascolto fra noi due. Non è semplice comunicare in due lingue diverse e capirsi, tanto più che lui non conosceva l’italiano, men che meno il napoletano e quindi ha dovuto memorizzare tutte le battute degli altri. Girare questo film è stato un regalo, perché Claudio è un regista che amo, amo il suo stampo neorealista e adoro James. Inoltre è un film che fino alla fine ti trattiene l’emozione, che alla fine esce grazie alla chimica palpabile che è scattata fra me e James: il rapporto tra i due personaggi si è sviluppato in parallelo al nostro anche perché abbiamo girato quasi tutto in ordine cronologico e il primo giorno di set è corrisposto alla prima scena tra Enzo e Dean».