
Marcello Albanesi
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Lo avevo già visto, certo, chissà quanto tempo fa... Lo rivedo oggi e sono sorpreso ed entusiasta. Un film capolavoro, perfetto. Sceneggiatura, regia, musica e poi, chiaramente, gli attori inimitabili. Erano i primi anni '50, la guerra finita da poco e la Roma che si vede incanta e i romani che si incontrano divertono e commuovono nella loro autenticità (la signora della pulizie che cerc di cacciare la principessa che lei scambia per una "poco di buono"), il cocomeraro che si congratula con la coppia prossima alle nozze (sic!) quando lasciano il commissariato... Il tema del film, davvero, come in una moderna favola, non è solo l'Amore né la giovinezza con la sua ineguagliabile voglia di trasgressione, a mio avviso il vero tema è la speranza in un futuro altro e -di certo migliore, quel futuro che si fa fatica (in questi giorni di covid, ma già anche prima per via di una eterna "crisi") a vedere. Ecco, quello che si respira fotogramma dopo fotogramma è la spensieratezza, che oggi davvero manca. Mancano anche film così che riescono a divertire con eleganza senza mai cadere nel ridondante o nel ridicolo, senza mai nemmeno un insulto. Ci si commuove, alla fine, eppure non c'è nemmeno l'ombra di un melò, di una sceneggiata di un qualcosa di melenso e forzato (come tante volte, invece, vedo nei prodotti di fattura italiana). E ancora... Roma, "quella" Roma, che non esiste più da tanto e che è uno spettacolo e un privilegio poterla conoscere così. Fa un effetto estraniante vedere nelle prime inquadrature le macchine parcheggiate in piazza San pietro accanto al colonnato; è divertente vedere l'autobus e il traffico che scorre tra la fontana della Barcaccia e la scalinata di Piazza di Spagna; come del resto vedere bambini che si arrampicano e giocano "scalando" i massi della fontana di Trevi e così tante altre piccole e significative scene di un tempo andato. Ma non mi è passata inosservata la battuta della segretaria della redazione di Gregory Peck quando lo avverte che "il padrone" lo sta aspettando nel suo ufficio. "Il padrone", sì, così lo chiama. Anni '50, che farci!!! E vogliamo parlare, infine della VESPA? Il boom della "motoretta" (venivano chiamati così gli scooter, allora) firmata Piaggio si ebbe proprio grazie alla sua presenza in questa pellicola. Il tour sulla Vespa tra i protagonisti è qualcosa che resterà per sempre nella storia del Cinema. La Vespa, per altro, è presente in molte altre scene durante tutto il film. Infine segnalo anche la presenza di un'APE (esatto, proprio quella, sempre Piaggio): è il mezzo con cui riesce a fuggire dal "castello" che la ospita (Palazzo Barberini, Via delle quattro fontane) la principessa Anna. Un film da vedere e rivedere, un film da conservare non tanto nella memoria quanto nel cuore! PS: come non segnalare anche il gioco della scarpetta "perduta" all'inizio del film durante la festa, noiosissima per la principessa, costretta poi a ballare? Davvero una Cenerentola moderna! L'unico dispiacere è non aver riconosciuto Paola Borboni nel ruolo della donna delle pulizie, l'ho scoperto attraverso Wikipedia, dopo la visione del film. (Marcello Albanesi)

anna anna
La magia del bianco e nero, una trama senza tempo, interpreti indimenticabili!! E se tutto ciò non bastasse,,, Roma!