La 66esima edizione della Berlinale apre le proprie porte l'11 febbraio al cinema e agli spettatori, richiamandosi come sempre ai valori e all'identità di un evento che da sempre è votato al cinema di ricerca e di sperimentazione, molto più che al suo versante meramente spettacolare o commerciale. Una vocazione che ha attraversato un lungo percorso e che si è affermata sin dagli anni '70, quando il festival, dismessi i panni della vetrina della rinascita della Germania dell'Ovest e del cinema americano, si configurò come luogo di incontro, dapprima con le cinematografie dei Paesi del blocco dell'Est - in quel cammino di disgelo culminato con la caduta del Muro - poi con quelle orientali e comunque "estranee" alla cultura imperante.
Con una giuria guidata da Meryl Streep e che vede, tra le altre, la presenza di Alba Rohrwacher, il concorso della 66a edizione conferma questa vocazione, presentando 23 titoli in rappresentanza di 20 nazioni (senza quindi che vi siano presenze dominanti), tra i quali compare anche il film di Gianfranco Rosi, Fuocoammare.
- Orso d'Oro: Fuocoammare
- Orso d'argento - Gran Premio della Giuria: Death in Sarajevo
- Orso d'Argento - Premio Alfred Bauer: A Lullaby to the Sorrowful Mystery
- Orso d'Argento per la miglior regia: Mia Hansen-Løve per Le cose che verranno
- Orso d'Argento per la miglior interprete femminile: Trine Dyrholm per La comune
- Orso d'Argento per il miglior interprete maschile: Majd Mastoura per Hedi
- Orso d'Argento per la miglior sceneggiatura: Tomasz Wasilewski per Le donne e il desiderio
- Orso d'Argento per il miglior contributo artistico: Crosscurrent Mark Lee Ping-Bing
- Orso d'oro alla carriera: Michael Ballhaus