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ARCHIVIO 2. Il Testimone Ostile. Bertolt Brecht Davanti alla House Committee on un-American Activities
di Utente rimosso (Marcello Del Cam
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Utente rimosso (Marcello Del Cam

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House Committee on un-American Activities

UDIENZE SULL’INFILTRAZIONE COMUNISTA NELL’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA

Testimonianza di Bertolt Brecht

Stripling: Signor Brecht, vorrebbe dirci nome, cognome, indirizzo attuale, per favore? Parli nel microfono.

Brecht: Il mio nome è Bertolt Brecht. Vivo al numero 34 della 73° Strada Ovest di New York. Sono nato a Augsburg, in Germania, il 10 febbraio 1898.

Stripling: Signor Brecht, la Commissione ha qui...

Presidente: La data, scusi?

Stripling: Vorrebbe ripetere la data?

Presidente: 10 febbraio 1898.

McDowell: 1898?

Brecht: 1898

Stripling: Signor Brecht, la Commissione ha qui un interprete, se lei preferisce.

Crum: Desidera un interprete?

Presidente: Vorrebbe l’interprete?

Brecht: Sì.

Stripling: Dove lavora, signor Baumgardt?

Baumgardt (l’interprete): Presso la Biblioteca del Congresso.

Brecht: Signor Presidente, potrei leggere una dichiarazione in inglese?

Presidente: Sì, ma il Capo Investigatore ha completato l’identificazione dell’interprete e del teste?

Stripling: No, non ancora. Signor Baumgardt, che lavoro fa presso la Biblioteca?

Baumgardt: Esperto in filosofia.

Stripling: Ora, signor Brecht, vorrebbe dire alla Commissione se lei è cittadino degli Stati Uniti?

Brecht: Non sono cittadino americano. Ne ho fatto richiesta ufficiale (first papers).

Stripling: Quando?

Brecht: Nel 1941, quando giunsi qui.

Stripling: Quando è giunto negli Stati Uniti?

Brecht: Posso accertarmene? Il 21 luglio, a San Pedro, California.

Stripling: Il 21luglio 1941?

Brecht: Esattamente.

Stripling: Lei è nato ad Augsburg, Baviera, in Germania, il 10 febbraio 1888, vero?

Brecht: Sì.

Stripling: Sto leggendo dal rapporto dell’ufficio immigrazione…

Crum: Credo che si tratti del 1898.

Brecht: 1898.

Stripling: Mi scusi.

Crum: Mi pare che il testimone cercasse di dire che si tratta del 1898.

Stripling: Vorrei sapere se i rapporti dell’ufficio immigrazione sono esatti. È ‘88, o ‘98?

Brecht: ‘98.

Stripling: Ha ricevuto un visto dal viceconsole americano a Helsinki, in Finlandia, il 3 maggio 1941?

Brecht: Sì, è corretto.

Stripling: E lei è entrato nel paese con quel visto?

Brecht: Sì.

Stripling: Dove risiedeva prima di recarsi a Helsinki?

Brecht: Posso leggere la mia dichiarazione? Nella mia dichiarazione... [Nota 1

Presidente: Prima dobbiamo procedere alla sua identificazione, signor Brecht. Non ci vorrà molto.

Brecht: Dovetti lasciare la Germania nel febbraio del 1933, Quando Hitler prese il potere. Allora andai in Danimarca, ma la guerra sembrava imminente e nel 1939 dovetti partire per Stoccolma, in Svezia. Rimasi là per un anno, e quando Hitler invase la Norvegia e la Danimarca, dovetti partire per la Finlandia, dove attesi un visto per gli Stati Uniti.

Stripling: Signor Brecht, qual è la sua occupazione?

Brecht: Sono drammaturgo e poeta.

Stripling: Attualmente dove lavora?

Brecht: Non ho un lavoro.

Stripling: Ha mai lavorato per il cinema?

Brecht: Sì. Ho venduto un soggetto a una ditta di Hollywood, Hangmen Also Die (Anche i boia muoiono), ma non ho scritto io la sceneggiatura. Non sono uno sceneggiatore professionista. Scrissi un altro soggetto, per una ditta di Hollywood, ma non è stato prodotto. [Nota 2]

Stripling: Hangmen Also Die... A chi l’ha venduto, a che casa?

Brecht:  È stato, credo, a una casa indipendente, la Pressburger della United Artists.

Stripling: Quando ha venduto il dramma alla United Artists?

Brecht: Il soggetto. Non ricordo esattamente, forse tra il 1943 e il 1944.

Stripling: E a quali altre case ha venduto del materiale?

Brecht: A nessun’altra. Oltre al soggetto di cui vi ho detto, ho scritto per la Enterprise Studios.

Stripling: Conosce Hanns Eisler? Johannes Eisler?

Brecht: Sì.

Stripling: Da quanto tempo conosce Johannes Eisler?

Brecht: Penso dalla metà degli anni Venti, da 20 anni circa.

Stripling: Ha collaborato con lui in alcuni lavori?

Brecht: Sì.

Stripling: Signor Brecht, lei è membro del Partito comunista o lo è mai stato?

Brecht: Posso leggere la mia dichiarazione? Risponderò alla domanda, ma posso leggere la mia dichiarazione?

Stripling: Vuole sottoporre la dichiarazione all’attenzione del Presidente?

Brecht: Sì.

Presidente: Va bene, vediamo questa dichiarazione.

(Brecht porge la dichiarazione al Presidente.)

Presidente: La Commissione ha attentamente controllato la dichiarazione. È una storia di vita tedesca molto interessante, ma non è pertinente all’inchiesta. Perciò non ci interessa di leggerla.

Stripling: Signor Brecht, prima che procediamo con le domande, vorrei che fosse messa agli atti la citazione a comparire davanti a questa Commissione, che le è stata consegnata il 19 settembre. Lei è qui in risposta a una citazione, vero?

Brecht: Sì.

Stripling: Ora, le ripeterò la domanda originale. È membro, o è mai stato membro del Partito comunista, in qualsiasi paese?

Brecht: Ho ascoltato i miei colleghi quando consideravano impropria questa domanda, ma essendo ospite di questo paese, e non volendo entrare in discussioni di tipo legale, risponderò a questa domanda più completamente possibile. Non sono mai stato, e non sono ora, membro di nessun Partito comunista.

Presidente: La sua risposta è dunque di non essere mai stato membro del Partito comunista?

Brecht: Esattamente.

Stripling: Non era membro del Partito comunista in Germania?

Brecht: No, non lo ero.

Stripling: Signor Brecht, è vero che lei ha scritto un notevole numero di drammi, poesie e altri scritti, che erano molto rivoluzionari?

Brecht: Ho scritto un gran numero di poesie, e canzoni e drammi durante la lotta contro Hitler e, naturalmente, essi possono essere considerati, perciò, rivoluzionari, perché io, naturalmente, ero favorevole al rovesciamento di quella forma di governo.

Presidente: Signor Stripling, non ci interessano i lavori che possono essere stati scritti per sostenere il rovesciamento del governo della Germania o di un altro paese.

Stripling: Sì, capisco. Ma da un esame dei lavori che il signor Brecht ha scritto, specialmente quelli in collaborazione con Hanns Heissler, mi pare che egli sia una persona di importanza internazionale per quel che concerne il movimento comunista rivoluzionario. Ora, signor Brecht, è vero che lei ha scritto degli articoli che sono apparsi in pubblicazioni della zona sovietica della Germania, mesi scorsi?

Brecht: Non ricordo di aver scritto questi articoli. Non ne ho visto nessuno pubblicato. Non ho scritto articoli di questo tipo in questo periodo. Scrivo pochissimi articoli, se mai ne scrivo.

Stripling: Ho qui, signor Presidente, un documento che darò all’interprete e gli chiederò di identificarlo.

Brecht: Posso spiegare io questa pubblicazione?

Stripling: Sì. Potrebbe identificarla?

Brecht: Oh, Sì. Non è un articolo, ma una scena tratta da un dramma da me scritto, nel 1937, credo, o nel 1938, in Danimarca. Il dramma si chiama Terrore e miseria del Terzo Reich, e questa scena tratta di una donna ebrea a Berlino nel 1936 o 1937. È stata pubblicata, a quanto vedo, sulla rivista “Ost und West” nel luglio 1946.

Stripling: Signor interprete, vorrebbe tradurre il frontespizio della rivista?

Baumgardt: “Est e Ovest,” Contributi alle questioni politiche e culturali del nostro tempo, curati da Alfred Kantorowicz, Berlino, luglio 1947, primo anno di pubblicazione.

Stripling: Signor Brecht, conosce l’uomo che è il curatore di questa rivista?

Brecht: Sì, lo conobbi a Berlino e lo incontrai di nuovo a New York.

Stripling: Sa che è membro del Partito comunista in Germania?

Brecht: Quando lo incontrai in Germania era un giornalista della Ullstein Press. Che non è - non era - un giornale comunista, perché non c’erano giornali comunisti allora; per cui non so con certezza se era membro del Partito comunista.

Stripling: Lei non sa se era membro del Partito comunista?

Brecht: No lo so; no, non lo so.

Stripling: Nel 1930 lei ha scritto un dramma, assieme a Hanns Eisler, intitolato Die Massnahme [La linea di condotta]?

Brecht: Sì, sì.

Stripling: Vorrebbe spiegare alla Commissione il tema di questo dramma - di che cosa tratta?

Brecht: Si, cercherò.

Stripling: Prima di tutto spieghi cosa significa il titolo,

Brecht: Die Massnahme significa (parla in tedesco).

Baumgardt: Misure da prendere, o passi da compiere - misure.

Stripling: Potrebbero essere misure disciplinari?

Baumgardt: No, non misure disciplinari. Significa misure da prendere.

Stripling: Va bene. Ora dica alla Commissione, signor Brecht, di che cosa tratta il dramma.

Brecht: Sì. Questo dramma è un adattamento dell’antico dramma religioso giapponese, chiamato dramma Nô, e segue abbastanza da vicino queste antiche storie, che mostrano la devozione a un ideale fino alla morte.

Stripling: A che ideale, signor Brecht?

Brecht: L’ideale nell’antico dramma era religioso. Questi giovani…

Stripling: Non aveva nulla a che vedere col partito comunista?  

Brecht: Sì.

Stripling: E con la disciplina all’interno del Partito comunista?

Brecht: Sì, si, è un dramma nuovo, un adattamento. Ha come sfondo Russia e Cina degli anni 1918-19 circa. Alcuni agitatori comunisti si recarono in una specie di terra di nessuno tra la Russia, che allora non era uno stato e non aveva un reale…

Stripling: Signor Brecht, permette che la interrompa? Considererebbe il dramma come un lavoro filo o anticomunista, o secondo lei che assume una posizione neutrale a proposito del comunismo?

Brecht: Io lo direi - vedete, la letteratura ha il diritto e il dovere di diffondere presso il pubblico le idee dell’epoca. Ora, in questo dramma - naturalmente, ho scritto circa altri venti drammi - ma in questo cercavo di esprimere i sentimenti e le idee degli operai tedeschi che combattevano contro Hitler. Ho anche formulato in modo artistico…  

Stripling: Ha detto lottando contro Hitler?

Brecht: Sì.

Stripling: Scritto nel 1930?

Brecht: Sì, Sì. Oh Sì, quella lotta cominciò nel 1923.

Stripling: Lei ha detto che si trattava della Cina, però. Non aveva nulla a che vedere con la Germania?

Brecht: No, non aveva nulla a che vedere.

Stripling: Mi permetta di leggerle questo pezzo.

Brecht: Sì.

Stripling: Nel corso del dramma si fa riferimento alle teorie di Lenin, all’ABC del comunismo, e ad altri classici comunisti, e alle attività del Partito comunista cinese in generale. Questi sono brani dal dramma. [...]

Ora, signor Brecht, vorrebbe dire alla Commissione se uno dei personaggi del dramma viene o meno ucciso da un compagno, nel migliore interesse del Partito comunista?
 

Brecht: No, non è cosi, secondo la vicenda.

Stripling: Perché non si inchina alla disciplina. Per questo viene ucciso dai suoi compagni, non è vero?

Brecht: No, non è proprio cosi, Se lo leggete attentamente, scoprirete che, come nell’antico dramma giapponese, v sono gioco altre idee; questo giovane che muore è convinto di aver recato danno alla missione in cui credeva, ed era d’accordo, era pronto a morire; per non aumentare questo danno. Per questo chiede ai suoi compagni di aiutarlo, e tutti lo aiutano a morire. Egli salta in un abisso ed essi lo accompagnano teneramente a quell’ abisso. E questa è la vicenda.

Presidente: Dalle sue osservazioni ne deduco che egli non fu semplicemente ucciso, egli non fu assassinato.

Brecht: Egli desiderava morire.

Presidente: E per questo gli altri l’hanno ucciso?

Brecht: No, non l’hanno ucciso - non è nella vicenda. Egli si è ucciso. Gli altri l’hanno aiutato, ma naturalmente gli avevano detto che era meglio se scompariva, meglio per loro, per lui, e per la causa in cui anch’egli credeva.

Stripling: Signor Brecht, potrebbe dire alla Commissione quante volte si è recato a Mosca?
Brecht: Sì. Sono stato invitato a Mosca due volte.

Stripling: Chi l’invitò?

Brecht: La prima volta fui invitato dalla organizzazione Voks per gli scambi culturali (società per le relazioni culturali con i paesi stranieri). Fui invitato per presentare un film, un documentario che avevo aiutato a realizzare, a Berlino.

Stripling: Come si intitolava?

Brecht: Il titolo è il nome di un sobborgo di Berlino, Kuhle Wampe.

Stripling: Mentre si trovava a Mosca incontrò Sergej Tretjakov?

Brecht: Tretjakov, Sì. È un drammaturgo russo.

Stripling: Uno scrittore?

Brecht: Sì. Ha tradotto alcune delle mie poesie, e, credo, un mio dramma.

Stripling: Signor Presidente, il numero 5 di ‘Intemational Literature” del 1937, pubblicato dall’Editrice di Stato per la Letteratura, di Mosca, reca un articolo di Sergej Tretjakov, importante scrittore sovietico, con un’intervista al signor Brecht. A p. 60 afferma:

“Io sono stato uno dei membri del Comitato rivoluzionario di Augsburg,” Brecht proseguì. “Non lontano, a Berlino, Leviné innalzava la bandiera del potere sovietico. Augsburg visse della luce riflessa di Monaco. L’ospedale era l’unica unità militare della città. Mi elessero nel comitato rivoluzionario. Ricordo ancora Georg Brem e il bolscevico polacco Olshevsky. Non vantammo un solo ufficiale della guardia rossa, Non avemmo il tempo di pubblicare un solo proclama o di nazionalizzare una sola banca o di chiudere una chiesa. In due giorni le truppe del generale Epp entrarono in città, nella loro marcia su Monaco. Uno dei membri del comitato rivoluzionario si nascose a casa mia, fino a che non riuscimmo a fuggire.”

Egli scrisse Tamburi nella notte. Quest’opera contiene echi della rivoluzione. I tamburi della rivolta richiamano con insistenza l’uomo che è tornato a casa, Ma l’uomo preferisce la pace quieta dell’anima. Questo lavoro era una devastante satira su quelli che hanno abbandonato la rivoluzione e si sono dedicati ai loro focolari. Va ricordato che Kapp lanciò l’offensiva la vigilia di Natale, calcolando che molte guardie rosse avrebbero abbandonato il loro distaccamento per tornare all’albero di Natale in famiglia. Il suo dramma, La linea di condotta, il primo dramma di Brecht su un tema comunista, è organizzato come un tribunale in cui i personaggi tentano di giustificarsi per aver ucciso un compagno, e i giudici, che contemporaneamente rappresentano il pubblico, riassumono i fatti e raggiungono il verdetto.

Quando visitò Mosca nel 1932, Brecht mi disse che aveva un piano per l’organizzazione di un teatro a Berlino, in cui si sarebbero rivissuti i più importanti processi della storia dell’umanità.

Brecht pensò di scrivere un dramma sui trucchi terroristici escogitati dai proprietari terrieri allo scopo di stabilizzare i prezzi dei cereali. Ma ciò richiedeva la conoscenza dell’economia. Lo studio dell’economia ha portato Brecht a Marx e Lenin, i cui lavori sono diventati una parte preziosa della sua biblioteca.

Brecht studia e cita Lenin in quanto grande pensatore e grande maestro di prosa. Il dramma tradizionale ritrae la lotta degli istinti della classe. Brecht vuole che la lotta degli istinti della classe venga sostituita dalla lotta della coscienza sociale, delle convinzioni sociali. Egli ritiene che la situazione non vada soltanto sentita, ma anche spiegata, cristallizzata nell’idea che rovescerà il mondo.

Ricorda quest’intervista, signor Brecht?

Brecht: No. (Risata). Deve essere stata scritta vent’anni fa circa.

Stripling: Le mostrerò la rivista.

Brecht: Sì. Non ricordo che ci fosse stata un’intervista. (Il libro viene dato al testimone.) Non lo ricordo... Signor Stripling, non ricordo con esattezza l’intervista. Io credo che sia, più o meno, un riassunto giornalistico di discussioni su molti argomenti.

Stripling: Sì. E quanti dei suoi lavori sono basati sulla filosofia di Marx e Lenin?

Brecht: No, non credo che ciò sia veramente corretto, ma, naturalmente, ho studiato, ho dovuto studiare come ogni scrittore che intenda scrivere drammi storici, ho dovuto studiare l’idea di Marx sulla storia. Non credo che al giorno d’oggi si possano scrivere drammi intelligenti senza questi studi. Inoltre la storia scritta ora è profondamente influenzata dagli studi di Marx sulla storia.

Stripling: Signor Brecht, da che lei è qui negli Stati Uniti ha mai frequentato riunioni del Partito comunista?

Brecht: No, non credo.

Stripling: Non crede?

Brecht: No.

Presidente: Non ne è sicuro?

Brecht: No, sono sicuro.

Presidente: È sicuro di non aver mai preso parte a riunioni del Partito comunista? 

Brecht: Credo di Sì. Sono qui da sei anni… Non credo. Non credo di aver preso parte a riunioni politiche.

Presidente: Le riunioni politiche non c’entrano, ma ha preso parte a riunioni del Partito comunista negli Stati Uniti?

Brecht: Non credo.

Presidente: Ne è certo?

Brecht: Io credo di esserne certo.

Presidente: Lei crede di esserne certo?

Brecht: Sì, non ho partecipato a queste riunioni, secondo me.

Stripling: Signor Brecht, da quando si trova negli Stati Uniti, ha mai incontrato rappresentanti ufficiali del governo sovietico?

Brecht: Sì, Sì. A Hollywood sono stato invitato, a volte, tre o quattro volte, al consolato sovietico, assieme ad altri scrittori, naturalmente.

Stripling: Quali altri?

Brecht: Altri scrittori e artisti e attori che... Si davano delle feste per speciali (in tedesco).

Baumgardt: festività...

Brecht: festività sovietiche.

Stripling: Alcune di queste autorità sovietiche sono mai venute in visita da lei?

Brecht: Non mi pare.

Stripling: Gregory Kheifets non è venuto da lei il 14 aprile 1943? Il viceconsole sovietico? Lei conosce Gregory Kheifets, vero?

Brecht: Gregory Kheifets?

Presidente: Faccia molta attenzione a questa domanda.

Brecht: Non ricordo questo nome, ma potrei conoscerlo. Non ricordo…  

Stripling: È venuto da lei il 14 aprile 1943?

Brecht: Potrebbe essere.

Stripling: E di nuovo il 27 aprile, e ancora il 16 giugno 1944?

Brecht: Può anche essere, che qualcuno - non ricordo. Non ricordo il nome, ma qualcuno tra gli addetti culturali...

Stripling: Addetti culturali?

Brecht: Sì.

Presidente: Vorrebbe compitare quel nome?

Stripling: Gregory, G-R-E-G-O-R-Y Kheifets, K-H-E-I-FE-T-S.

Brecht: Kheifets?

Stripling: Si. Ricorda il signor Kheifets?

Brecht: Non ricordo questo nome, ma potrebbe darsi. Ma ricordo che dal - Sì, penso fosse il consolato - dal consolato russo, venne qualcuno, non solo quest’uomo, credo lo stesso console, una volta, ma non mi ricordo neppure il suo nome.

Stripling: Per che motivo vennero?

Brecht: Egli - deve essere stato a riguardo dei miei contatti letterari con scrittori tedeschi. Alcuni tra loro sono miei amici.

Stripling: Scrittori tedeschi?

Brecht: Sì, a Mosca.

Stripling: A Mosca?

Brecht: Sì. Per questo l’Editrice di Stato ha pubblicato la traduzione dei miei drammi, a cura di Sergej Tretjakov, per esempio, Terrore e miseria del Terzo Reich o L’opera da tre soldi, e le poesie, ecc.

Stripling: Gerhardt Eisler è mai venuto a trovarla? Gerhardt, non Hanns.

Brecht: Sì, ho conosciuto anche Gerhardt Eisler. È il fratello di Hanns ed è venuto a trovarmi assieme a suo fratello; tre o quattro volte anche senza suo fratello.

Stripling:. Può dirci in che anno? Non fu nello stesso anno in cui il Sìgnor Kheifets verme da lei?

Brecht: Non lo so, ma non ci vedo nessuna relazione.

Stripling: Ricorda che egli venisse da lei il 17 gennaio 1944?

Brecht: No, non ricordo questa data, ma potrebbe anche essere.

Stripling: Dove è venuto a trovarla?

Brecht: Di solito veniva a cercare suo fratello che, come vi ho detto, è un mio vecchio amico, e giocavamo anche a scacchi, oppure parlavamo di politica.

Stripling: Di politica?

Brecht: Sì.

Presidente: Quale è stata l’ultima risposta? Non l’ho sentita.

Stripling: Parlavano di politica. In qualcuna di queste conversazioni con Gerhardt Eisler ha mai discusso sul movimento comunista tedesco?

Brecht: Sì.

Stripling: In Germania?

Brecht: Sì, parlavamo naturalmente di questioni politiche tedesche. È uno specialista in queste cose, è un uomo politico.

Stripling: È un uomo politico?

Brecht: Sì, naturalmente egli sapeva molto più di me sulla situazione in Germania.

Stripling: Signor Brecht, quando lei è entrato nel nostro paese, ha fatto nessuna dichiarazione riguardo alle sue passate affiliazioni, all’ufficio immigrazione?

Brecht: Non ricordo di aver fatto una simile dichiarazione, ma feci la solita dichiarazione che non intendevo rovesciare il Governo americano. Può essermi stato chiesto se appartenevo al Partito comunista, non mi ricordo se mi è stato chiesto, ma in tal caso avrei risposto ciò che ho detto anche a voi, e cioè che non era così.

Stripling: Le chiesero se era stato membro del Partito comunista o no?

Brecht: Non ricordo.

Stripling: Le chiesero se era mai stato in Unione Sovietica?

Brecht: Sì, mi pare, e io glielo dissi.

Stripling: Le rivolsero domande relative ai suoi scritti?

Brecht: No, a quanto mi ricordo, no. Non ricordo nessuna discussione letteraria. 

Stripling: Ora, lei ha detto di aver venduto il libro, o il soggetto, di Hangmen Also Die, alla United Artists, vero?

Brecht: Sì, a una ditta indipendente.

Stripling: La musica di sottofondo è stata scritta da Hanns Eisler?

Brecht: Sì.

Stripling: Ricorda chi comparve nel film?

Brecht: No, non ricordo.

Stripling: Non ricorda neppure chi interpretava il ruolo principale?

Brecht: Mi pare si trattasse di Brian Donlevy.

Stripling: Non ricorda altri interpreti?

Brecht: No, non ricordo. Vedete, non ho avuto molto a che fare con le riprese del film. Io scrissi il soggetto e poi (diedi) agli sceneggiatori alcuni consigli sull’ambiente del nazismo, il nazismo in Cecoslovacchia; cosicché non ebbi nulla a che fare con gli attori.

Presidente: Signor Stripling, potrebbe affrettarsi che abbiamo molto da fare questo pomeriggio?

Stripling: Va bene. Signor Brecht, da quando è negli Stati Uniti ha pubblicato articoli sulla stampa comunista americana?

Brecht: Non credo.

Stripling: Conosce la rivista ‘New Masses”?

Brecht: No.

Stripling: Non ne ha mai sentito parlare?

Brecht: Sì, naturalmente.

Stripling: Ha mai pubblicato qualcosa su quella rivista?

Brecht: No.

Stripling: Hanno mai pubblicato qualcuno dei suoi lavori?

Brecht. Questo non lo so. Potrebbero aver pubblicato la traduzione di qualcuna delle mie poesie, ma io non ho avuto un diretto contatto con loro, né gli ho mai mandato qualcosa.

Stripling: Ha collaborato con Hanns Eisler per la canzone Lode dell’imparare?

Brecht: Sì, ho collaborato. Ho scritto le parole e lui la musica.

Stripling: Vorrebbe recitare le parole di questa canzone alla Commissione?

Brecht: Sì, va bene. Posso sottolineare che la canzone deriva dal mio adattamento di un dramma di Gor’kij, La madre. In questa canzone un’operaia russa si rivolge a tutta la povera gente.

Stripling: È stata presentata nel nostro paese, vero?

Brecht: Sì, nel 1935, a New York.

Stripling: Ora le leggerò le parole e mi dirà se è quella: “Impara ora la semplice verità  /Tu, per il quale finalmente il tempo è venuto; / Non è troppo tardi. / Impara ora l’ABC. / Non è abbastanza, ma almeno imparalo. / Non temere, non lasciarti andare, / Comincia, devi imparare la lezione/ Devi essere pronto a prendere il potere.”

Brecht: No, mi scusi, ma questa traduzione è sbagliata. Non va bene. (Risata) Solo un secondo, e le darò il testo esatto.

Stripling: Non è la corretta traduzione?

Brecht. No, non è corretta. Non è quello il senso. Non è molto bella, ma non è di questo che sto parlando.

Stripling: Cosa significa? Ho qui una parte di The People, pubblicato dal Partito comunista degli Stati Uniti, edito dal Workers’ Library Publishers. A p. 24 dice: Lode dell’imparare, di Bertolt Brecht; musica di Hanns Eisler. Dice qui: “Devi essere pronto a prendere il potere; uomini che ricevete il sussidio di disoccupazione, imparatelo; uomini in prigione, imparatelo; donne nelle cucine, imparatelo; uomini di 65 anni, imparatelo. Dovete essere pronti a prendere il potere...”

Baumgardt: La traduzione corretta sarebbe “Dovete prendere la guida.”

Presidente: “Dovete prendere la guida”?

Baumgardt: “La guida.” Dice senza dubbio cosi. Non è “Dovete prendere il potere.” La traduzione non è letterale.

Stripling: Bene, signor Brecht, dato che è stata pubblicata da pubblicazioni del Partito comunista, se non è corretta, cosa intende?

Brecht: Non ricordo di aver mai... Non ho mai ricevuto questo libro. Non devo essere stato nel paese quando usci. Credo che sia stata pubblicata come canzone, una delle canzoni di cui Eisler aveva scritto la musica. Non penso di averne mai visto la traduzione.

Stripling: Ha le parole davanti a sé?

Brecht: In tedesco, Sì.

Stripling: Prosegue: “Devi essere pronto a prendere il potere, devi essere pronto a prendere il potere. Non esitare a domandare, compagno…”

Brecht: Perché non fate tradurre a lui, parola per parola, dal tedesco?

Baumgardt: Credo che a voi interessi maggiormente questa traduzione che proviene da...

Presidente: Non riesco a capire cosa sta dicendo l’interprete né tantomeno il testimone.

Baumgardt: Chiedo scusa, signor Presidente. Farò uso di questo (il microfono).

Presidente: Parlate nel microfono e forse ci capiremo.

Baumgardt: L’ultima riga di questi tre versi va tradotta correttamente: “Devi prendere la guida” e non “Devi prendere il potere!”. “Devi prendere la guida” sarebbe la traduzione più corretta, migliore, più accurata.

Stripling: Signor Brecht, ha mai fatto richiesta di essere ammesso al Partito comunista?

Brecht: Non ho capito la domanda. Se io ho…

Stripling: Ha mai presentato domanda per essere ammesso al Partito comunista?

Brecht: No, no, no, no, no, mai.  

Strìpling: Signor Presidente, ho qui...

Brecht: Io sono sempre stato uno scrittore indipendente e ho sempre voluto essere uno scrittore indipendente e sottolineo che, anche teoricamente, era la cosa migliore per me, non essere iscritto a qualsivoglia partito. E tutte queste cose che sono state lette qui, non sono state scritte solamente per i comunisti tedeschi, ma sono state scritte per tutti i lavoratori. Operai socialdemocratici sono intervenuti a questi spettacoli; cosi hanno fatto anche lavoratori cattolici, appartenenti a sindacati cattolici; cosi hanno fatto lavoratori che non si erano mai iscritti a un partito o che non volevano entrare in un partito.

Presidente: Signor Brecht, Gerhardt Eisler le ha mai chiesto di entrare nel partito?

Brecht: No, no.

Presidente: E Hanns Eisler le ha mai chiesto di entrare nel Partito comunista?

Brecht: No, non l’ha fatto. Io credo che mi si consideri semplicemente uno scrittore che vuole scrivere delle cose come lui le vede, e non una figura politica.

Presidente: Non ricorda che nessuno le abbia mai chiesto di iscriversi al Partito comunista?

Brecht: Alcuni possono avermelo suggerito, ma poi ho scoperto che non erano cose per me.

Presidente: Chi è che le chiese di entrare nel Partito comunista?

Brecht: Oh, lettori.

Presidente: Chi?

Brecht: Lettori delle mie poesie o persone tra il pubblico. Lei intende… non c’è mai stato un approccio ufficiale affinché pubblicassi...

Presidente: Alcune persone le hanno chiesto comunque di entrare nel Partito comunista.

Kenny (a fianco del testimone): In Germania.

Brecht: Intende, in Germania?

Presidente: No, intendo negli Stati Uniti.

Brecht: No, no, no.

Presidente (rivolto all’avvocato Kenny): Se la sta cavando benissimo. Molto meglio di altri testimoni che avete portato qui. Lei ricorda se qualcuno qui negli Stati Uniti le ha mai chiesto di iscriversi al Partito comunista?

Brecht: No, non ricordo.

Stripling: Vorrei chiedere al signor Brecht se egli ha o meno scritto la poesia Avanti, non abbiamo dimenticato.

McDowell: “Avanti” cosa?

Stripling: Avanti, non abbiamo dimenticato.

Brecht: Non me la ricordo. Deve essere per via del titolo in inglese.

Stripling: Vorrebbe tradurlo dal tedesco?

(L’interprete traduce)

Brecht: Oh, ora capisco, Sì.

Stripling: Si ricorda le parole?

Brecht: Sì.

Stripling: “Avanti, non abbiamo dimenticato la nostra forza nelle lotte che abbiamo vinto. Non importa ciò che incombe, avanti, indimenticati, siamo forti come uno solo./ Solo queste nostre mani ora agiscono, costruiscono la strada, i muri, le torri. / Tutto il mondo è nostra opera. / Che cosa in esso possiamo dire nostro? / Avanti. Marciate verso la torre, attraverso la città, attraverso la terra, il mondo. /Avanti. Avanzate. Di chi è la città? Di chi è il mondo? / Avanti, non abbiamo dimenticato la nostra unione nella fame e nel dolore, non importa ciò che incombe, avanti, non abbiamo dimenticato. / Abbiamo un mondo da conquistare. Dobbiamo liberare il mondo dall’ombra, ogni negozio e ogni stanza, ogni strada e ogni prato. / Tutto il mondo ci apparterrà.” Signor Brecht, ha scritto lei queste cose?

Brecht: No. Io ho scritto una poesia in tedesco, ma è una cosa molto diversa. (Risata) Stripling: Questo è tutto, signor Presidente.

Presidente: Molte grazie, signor Brecht. Lei è stato un buon esempio per i testimoni degli avvocati Kenny e Crum. [Nota 3]

 

[Nota 1] Bertolt Brecht: Dichiarazione

Sono nato a Augsburg, in Germania, figlio di un industriale, e ho studiato scienze naturali e filosofia presso le università di Monaco e Berlino. All’età di vent’anni, mentre prendevo parte alla guerra come infermiere, scrissi una ballata che fu usata dal governo di Hitler per espellermi dal paese 15 anni dopo. La poesia Der tote Soldat (Leggenda del soldato morto) attaccava la guerra e coloro che volevano prolungarla.

Divenni drammaturgo. Per un periodo la Germania sembrò avviarsi sulla strada della democrazia. Vi era libertà di parola e di espressione artistica.

Nella seconda metà degli anni Venti, comunque, le antiche forze reazionarie militariste cominciarono a riguadagnare potere.

Ero allora all’apice della carriera di drammaturgo, e il mio dramma  Dreigroschenoper (L’opera da tre soldi) veniva rappresentato in tutta Europa. Alcuni dei miei lavori vennero presentati a Berlino, Monaco, Parigi, Vienna, Tokio, Praga, Milano, Copenaghen, Stoccolma, Budapest, Varsavia, Helsinki, Mosca, Oslo, Amsterdam, Zurigo, Bucarest, Sofia, Bruxelles, Londra, New York, Rio de Janeiro, ecc. Ma in Germania si potevano già sentire voci che si levavano a domandare che la libertà di parola e di espressione artistica venissero messe a tacere. Idee umanitarie, socialiste e persino cristiane, furono definite “non tedesche,” undeutsch, una parola che difficilmente ricordo senza associarla all’intonazione selvaggia di Hitler. Contemporaneamente le istituzioni culturali e politiche del popolo venivano violentemente attaccate.

La Repubblica di Weimar, qualsiasi fossero le sue colpe, vantò uno slogan potente, accettato dai migliori scrittori e da tutti i tipi di artisti: Die Kunst dem Volke, L’arte appartiene al popolo. I lavoratori tedeschi, essendo il loro interesse verso l’arte e la letteratura molto grande, formavano una parte essenziale del pubblico dei lettori o di coloro che andavano a teatro. Le loro sofferenze in una depressione devastante, che sempre più minacciava il loro livello culturale, l’impudenza e il potere crescente della vecchia cricca militarista, feudale, e imperialista, ci allarmavano. Cominciai a scrivere poesie, canzoni, drammi, che riflettevano i sentimenti del popolo e attaccavano i suoi nemici, che allora marciavano apertamente sotto la svastica di Adolf Hitler.

Le persecuzioni nel mondo della cultura aumentarono gradualmente. Famosi pittori, editori, e redattori di note riviste vennero perseguitati. Nelle università si misero in scena cacce alle streghe di tipo politico, e si fecero delle campagne contro film come All Quiet on the Western Front (All’Ovest niente di nuovo, di Lewis Milestone, 1931).

Questi, naturalmente, non erano che i preparativi in vista di misure ben più drastiche. Quando Hitler si impadronì del potere, ai pittori si impedì di dipingere, case editrici e studi cinematografici passarono in mano al partito nazista. Ma anche questi colpi contro la vita culturale del popolo tedesco erano solo l’inizio. Furono preparati e eseguiti come preparazione a una guerra totale che è nemica totale della cultura. La guerra mise la parola fine a tutto ciò. Ora il popolo tedesco deve vivere senza un tetto che lo protegga, senza nutrimento sufficiente, senza sapone, senza i fondamenti della cultura.

All’inizio solo pochi furono in grado di vedere il rapporto tra le restrizioni reazionarie nel campo della cultura e gli assalti definitivi contro la stessa vita fisica del popolo. Gli sforzi dei democratici e degli antimilitaristi, tra i quali quelli che lavoravano in campo culturale non erano che una piccola parte, si dimostrarono deboli; Hitler prese il potere. Dovetti lasciare la Germania nel febbraio del 1933, il giorno dopo l’incendio del Reichstag. Un intenso esodo di scrittori e artisti, di un genere che il mondo non aveva mai conosciuto prima, ebbe inizio... Io mi stabilii in Danimarca e dedicai tutta la mia produzione letteraria, da allora in avanti, alla lotta contro il nazismo, scrivendo drammi e poesie.

Alcune poesie furono introdotte clandestinamente nel Terzo Reich, e il nazismo danese, appoggiato dall’ambasciata di Hitler, ben presto cominciò a chiedere la mia espulsione. Naturalmente il governo danese rifiutò. Ma nel 1939 la guerra sembrava imminente, e decisi di partire con la mia famiglia per la Svezia, invitato dal Senato svedese e dal Sindaco di Stoccolma. Potei restare solo un anno. Hitler aveva invaso la Danimarca e la Norvegia.

Continuammo la nostra fuga verso il Nord, in Finlandia, per attendere là i visti di immigrazione per gli Stati Uniti. Le truppe di Hitler incalzavano. La Finlandia era piena di truppe naziste quando noi partimmo per gli Stati Uniti, nel 1941. Attraversammo l’Unione Sovietica sul Siberian Express, e assieme a noi viaggiavano rifugiati tedeschi, austriaci, cecoslovacchi. Dieci giorni dopo che avevamo lasciato Vladivostok su una nave svedese, Hitler invadeva l’unione Sovietica. Durante il viaggio, la nave caricò della copra a Manila. Pochi mesi dopo gli alleati di Hitler avrebbero invaso anche quell’isola. Facemmo richiesta di cittadinanza americana (first papers) il giorno dopo Pearl Harbor.

Suppongo che alcune delle poesie e dei drammi da me scritti durante questo periodo di lotta contro Hitler, hanno spinto la Commissione per le attività antiamericane a spiccare contro di me questo mandato di comparizione.

Le mie attività, persino quelle contro Hitler, sono sempre state puramente letterarie e di natura strettamente indipendente. In quanto ospite degli Stati Uniti mi sono astenuto da attività politiche che riguardassero questo paese, anche in forma letteraria. Tra l’altro non sono neppure uno sceneggiatore. Hollywood ha utilizzato soltanto un soggetto da me scritto, per un film che mostrava le atrocità naziste a Praga. Non sono a conoscenza di nessun tipo di influenza che potrei aver esercitato nell’industria cinematografica, sia di natura politica che artistica.

Essendo stato chiamato davanti alla Commissione per le Attività antiamericane, comunque, mi sento libero per la prima volta di dire alcune parole sulla situazione americana: guardando indietro alle mie esperienze di drammaturgo e poeta nell’Europa degli ultimi due decenni, desidero dire che il grande popolo americano avrebbe molto da perdere, molto da rischiare, se permettesse a qualcuno di restringere la libera competizione delle idee in campo culturale, o di interferire con l’arte che deve essere libera per essere davvero arte. Viviamo in un mondo pericoloso. Il livello della nostra civiltà è tale che l’umanità è già in grado di diventare enormemente ricca, ma, nel complesso, è ancora tormentata dalla povertà. Grandi guerre sono state sopportate, e più grandi ancora sono imminenti, a quel che ci si dice. Una di esse potrebbe spazzare via l’umanità, intera. Potremmo essere l’ultima generazione della

specie umana su questa terra.

Le idee su come utilizzare le nuove possibilità di produzione non sono state sviluppate appieno, dai tempi in cui il cavallo doveva fare ciò che l’uomo non poteva fare. Non credete che, in una tale eventualità, ogni nuova idea dovrebbe essere esaminata con attenzione e in piena libertà? L’Arte può rendere più chiare e persino più nobili queste idee.

 

[Nota 2] Ne fu tratto il film Anche i boia muoiono di Fritz Lang, 1942, ma la sceneggiatura venne attribuita dalla Screen Writers Guild a John Wexley, che vi aveva collaborato in minima parte, per motivi sindacali.

 

[Nota 3] Gli avvocati di gran parte dei 19 testimoni ostili.

 

SCHEDA SU HANNS EISLER

HANNS EISLER. Nato a Lipsia il 6 luglio 1898, morto a Berlino il 6 settembre 1962. Dopo gli studi musicali con Schönberg, dopo un periodo di composizioni a carattere dodecafonico si trasferisce a Berlino, dedicandosi soprattutto alla “Gebrauchsmusik”, o “musica di consumo”, cioè a comporre pagine utili all’ideale socialista in cui Eisler era stato educato.

Al decennio 1920-1930 appartengono molte musiche di scena (fra cui lavori per Brecht) e molti “lieder” di argomento operaio e contadino, rivolti ad una comprensione immediata e ad una scoperta efficacia didascalica.

All’avvento del nazismo, nel 1933, Eisler emigra, svolgendo ampia attività in diversi paesi ed appoggiando sempre la causa dell’antifascismo (in Spagna, per esempio, nel 1937 compone inni e canzoni per le Brigate internazionali).

Nel 1938 si stabilisce negli Stati Uniti, svolgendo soprattutto attività didattica; boicottato per le sue idee politiche lascia l’America nel 1948 e si stabilisce a Berlino Est. Capo del movimento comunista, compone l’inno ufficiale della Repubblica Democratica Tedesca.

Profondamente interessato alla musica cinematografica, ha scritto insieme a Theodor W. Adorno il fondamentale trattato Composing for the Fims; inoltre le sue partiture per lo schermo hanno grande importanza per l’immediatezza delle soluzioni, la chiarezza del discorso, diretto e aggressivo, la funzionalità.

Molto legata all’azione, chiaramente simbolica e didascalica, la musica di Niemansland (o No Man’s Land, 1930, di Victor Trivas) e un capolavoro assoluto è quella di Kahle Wampe (1931, di Slatan Dudow, sceneggiatura di Brecht, l’ultima e più compiuta espressione artistica della Repubblica di Weimar: particolarmente notevoli i “songs” su testi brechtiani, che sostengono l’azione con una stupenda funzione dinamica).

Altre partiture notevoli: Nieuwe Gronden (oppure Nouvelles terres, 1934, di Joris Ivens: musica divisa in tre blocchi secondo i tre momenti principali dell’azione, un “allegro” per il lavoro preparatorio alla chiusura di un braccio di mare olandese, un “blues” per la fatica del lavoro, un “furioso” basato sulla reiterazione di un selvaggio inciso ritmico per la chiusura della diga); Ram (1940, di Joris Ivens: sonorizzazione virtuosistica di un documentario girato nel 1929); Hangmen also Die (Anche i boia muoiono, 1943, di Fritz Lang: all’uso della dodecafonia per definire l’oppressore si oppone l’esaltazione della tonalità per esprimere la volontà di riscatto del popolo cecoslovacco calpestato dal nazismo); None But the Lonely Heart (Il ribelle, 1944, di Clifford Odets); The Woman on the Beach (La donna della spiaggia, 1947, di Jean Renoir: interventi moderni e buoni contrappunti).

Al secondo periodo europeo del Nostro appartengono fra l’altro: Unser Taglich Brot (Nostro pane quotidiano, 1949, di Slatan Dudow); Frauenschicksale (Destini di donne, 1952, di Slatan Dudow); Bel Ami (idem, 1955, di Louis Daquin); Nuit et brouillard (Notte e nebbia, 1956, di Alain Resnais: viene utilizzata, per contrasto con la raccapricciante esposizione del delirio nazista dei campi di concentramento, una melodia dolcissima, sia pure percorsa a tratti dalla citazione distorta dell’inno Deutschland uber Alles); Fidelio (1958, di Walter Felsenstein: sceneggiatura e adattamento delle musiche beethoveniane).

NeI 1975 Joseph Losey, realizzando in cinema Galileo, ha utilizzato le musiche scritte da Eisler per l’edizione teatrale del dramma di Brecht.

[Scheda tratta da Colonna sonora. Dizionario ragionato dei musicisti cinematografici, Ente dello Spettacolo, 1992]

 

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