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Boston - Caccia all'uomo

Regia di Peter Berg vedi scheda film

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La recensione su Boston - Caccia all'uomo

di alan smithee
6 stelle

L'attentato del 2013 alla maratona di Boston viene rivissuto in un action ben girato e valido soprattutto quando si concentra sull'azione, sulla dinamica di una indagine condotta con un coordinamento davvero enorme foriero di risultati concreti e positivi. Molto più debole la parte dedicata al sentimento e alle conseguenze dell'atto sulle vittime.

Il 15 aprile 2013, in occasione della consueta maratona di Boston, due ordigli esplosivi sono stati fatti saltare in mezzo alla folla: tre morti e oltre 260 feriti, la città in subbuglio e panico totale, una caccia all'uomo frenetica quasi senza precedenti che consentì alla polizia e all'FBI di catturare in pochi giorni di vero e proprio assedio delal città, i due attentatori.

Una trama da film, si potrebbe dire, tanto che il regista tecnicamente piuttosto talentuoso (pur nato attore), e specialista dell'action come Peter Berg, non si è lasciato sfuggire l'occasione, girando un compromesso tra un film di cronaca e un action vero e proprio, che coniuga, con buoni momenti di tensione ed una buona costruzione delle scene d'azione e di massa, elementi di realismo quasi documentaristico, ad una storia di finzione certo, ma strettamente connessa a quanto effettivamente accaduto. 

Il tutto vissuto in prima linea da parte dell'agente Ed Davis, coraggioso membro della polizia che diviene parte integrante di una caccia all'uomo che sfocierà nell'uccisione di uno dei due attentatori, e nella cattura rocambolesca del suo giovane socio.

Peccato, come accaduto peraltro in tante altre occasioni in cui Berg è stato impegnato in regia, che il film non rinunci a molti, troppi fastidiosi momenti dedicati al sentimentalismo spiccio e gratuito, come quando si concentra sulle vicissitudini di alcuni tra gli spettatori che hanno avuto la malaugurata sorte di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato: qui il film dà il peggio di sè, ostentando il solito tronfio patriottismo e la solita melassa soffocante di inutili moine con esibizione di lacrimoni e pianti in famiglia a cui certi filoni di cinema a stelle e strisce proprio non riescono a rinunciare.

Ma come action il film convince ed attanaglia alla poltrona: la caccia all'uomo è realizzata con un taglio spiccio che predilige ed evidenzia un certio realismo di fondo quasi a volerci convincere di trovarci in diretta a partecipare ad una vera e propria caccia all'uomo.

Nel cast si distinguono Mark Wahlberg, ormai un habitué del cinema di Berg, collaborando con questa prova per la terza volta consecutiva col regista (il celebre attore figura anche come produttore esecutivo), un professionale ed azzimato Kevin Bacon, e i solidi comprimari J.K. Simmons e John Goodman, sempre sul pezzo entrambi. Michelle Monaghan è relegata invece ad un piuttosto scontato, se non banale e qualunque, ruolo di moglie lacrimevole del protagonista, e la sua partecipazione risulta di fatto piuttosto sprecata.

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