Trama
La quarantacinquenne Diane fugge dalla clinica dove è stata internata per andare in una casa di riposo a Losanna. Munita di pochi effetti personali e di una pistola, si reca a Evian, dall'altra parte del lago di Ginevra. In cerca dei proprietari di una vecchia Mercedes, sa che niente potrà fermarla.
Approfondimento
PER MIO FIGLIO: DA UN ROMANZO DI TATIANA DE ROSNAY
Diretto da Frédéric Mermoud e sceneggiato dal regista con Antonin Martin-Hilbert, Per mio figlio racconta la storia di Diana Kramer, una donna con un'unica ossessione: trovare il conducente della Mercedes color moka che ha investito suo figlio e devastato la sua vita. Con una valigia, pochi soldi e una pistola, Diana si trasferisce a Evian, dove scopre vivere il conducente dell'auto. A volte, però, la strada della vendetta è molto più tortuosa di quello che sembra e Diane si troverà a fronteggiare un'altra donna, affascinante e misteriosa.
Con la direzione della fotografia di Irina Lubtchansky, le scenografie di Ivan Niclass, i costumi di Françoise Nicolet e le musiche originali di Christian Garcia e Grégoire Hetzel, Per mio figlio si basa sul romanzo Moka di Tatiana de Rosnay ed è stato presentato al Festival di Locarno, dove ha rimediato il Variety Piazza Grande Award. Rispetto al romanzo di partenza, Mermoud si è concesso molte libertà, come rivelano le parole dello stesso regista: "Era la prima volta che mi cimentavo in un lavoro di questo tipo, ed è stato molto più difficile che scrivere un soggetto originale. Nel lavoro di adattamento conservo lo spirito e l'universo del romanzo, concentrandomi però solo su una piccola parte del libro, come se si trattasse di un racconto. La sceneggiatura si è svincolata dal libro, e Tatiana de Rosnay è stata molto rispettosa di queste libertà che ci siamo presi. Ho anche cercato di trovare un equilibrio tra l'introspezione e il cinema di genere, una deambulazione tra il personaggio e l’attrice. Inizialmente ho lavorato da solo, poi Antonin Martin-Hilbert si è unito a me per dare un po' di ossigeno alla sceneggiatura.
Diane, la protagonista della storia, è uno spirito libero. All'inizio intuiamo che "prima" ha avuto una vita equilibrata e moderata, ma subito dopo cogliamo una parte di follia in lei. La sua vera natura è più complessa, è una donna indipendente dotata di un’energia che può andare oltre le convenzioni: è un vero personaggio di fiction nel senso che, a causa di questa ricerca, diventa attrice della propria vita. Mentre stavo raccontando la storia, mi sono reso conto che Diane era più trasgressiva di quanto avessi pensato. Quando un uomo arrabbiato o distrutto cerca vendetta, lo accettiamo - è quasi un luogo comune - ma quando lo fa una donna, una sorta di super-ego sociale giudica il suo impulso. Tendiamo a descriverla come manipolatrice o disturbata. Tra l'altro, non ci sono molti film o romanzi che si occupano di questo argomento... è quasi un tabù, probabilmente perché solitamente una madre non è ritenuta una persona capace di atti violenti; e quando decide di farsi giustizia da sola, come in questo caso, è vista come una cosa inusuale.
In un primo momento, Diane è convinta che farsi giustizia da sola sia l'unico modo per lei di accettare l'inaccettabile. Si trova però ad affrontare gradatamente l’umanità e la complessità della donna che si suppone abbia rovinato la sua vita, che a sua volta ha una vita, una figlia, dei sogni... finisce per essere toccata dalla figura di Marlène. La sua sete di vendetta diventa un ulteriore passo nel processo di dolore e comprensione, un istinto di sopravvivenza che permette a Diane di scoprire cose su se stessa e sul figlio perduto. Può trovare progressivamente un significato dove non c’è, iniziare il processo di accettazione del lutto e, infine, assumere una nuova prospettiva di vita. Per mio figlio ruota intorno all'evoluzione di Diane, dal suo desiderio di vendetta a una sorta di riconciliazione con se stessa".
Il cast
Regista di Per mio figlio è Frédéric Mermoud. Dopo un master in filosofia (Università di Ginevra) e una scuola di cinema (ECAL, Losanna), Frédéric Mermoud realizza diversi cortometraggi premiati su scala internazionale, come L'escalier (Premio del cinema svizzero) e Rachel (nominato ai César). Nel 2009 dirige… Vedi tutto
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Commenti (2) vedi tutti
Thriller drammatico,storia al femminile di ossessione e vendetta
leggi la recensione completa di Furetto60Ci sono tanti modi per elaborare un lutto,qua tutto sembra un po' esagerato e fuori dagli schemi,insomma poco credibile e improbabile,bravi gli attori...ma e' dura raggiungere la sufficienza....comunque si puo' vedere.
commento di ezio