Regia di Garth Davis vedi scheda film
11° FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2016
La storia è quella vera di Saroo, ragazzino indiano persosi nell'86 all'età di cinque anni, trasportato suo malgrado da un treno fino a Calcutta, sopravvissuto a svariate peripezie, finito in orfanotrofio per essere poi dato in adozione ad una coppia australiana e, vent'anni dopo, riuscito a rintracciare il filo delle sue origini riabbraciando la madre biologica.
La trasposizione sul grande schermo della vicenda è un filmone ben girato e pieno di (fin troppo) sentimento, che gioca tutte le carte per commuovere e pertanto finisce per risultare troppo "furbo" e costruito.
Nella prima parte, ambientata in India, gli occhioni spauriti del piccolo interprete Sunny Pawar riescono a suscitare commozione sincera, trasmettendo il senso di smarrimento del bimbo solo e perso in una città sconosciuta ed ostile, in cui si parla una lingua diversa e, in mezzo ad una folla strabordante di esseeri umani, nessuno pare essere in grado di aiutarlo a ritrovare la strada di casa.
Nella troppo lunga parte australiana, al contrario, a prevalere è la noia e l'eccesso di sentimentalismo. Oltre all'inverosimiglianza del ritrovamento del villaggio natale scorrendo a caso la schermata di Google Earth, colpiscono negativamente la figura insensata del fratello adottivo e l'insipienza del personaggio della fidanzata. Se quindi Rooney Mara è sprecata per un ruolo insignificante, Dev Patel (Saroo) e Nicole Kidman (Sue la madre adottiva) regalano invece buone prove.
Il film in Italia uscirà non a caso a Natale, quando abbiamo bisogno di sentirci tutti più buoni, e credo pertanto otterrà un buon successo, visti gli applausi tributatigli in sala alla Festa del Cinema di Roma.
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