Trama
In un edificio popolare, l’ascensore sempre guasto diventa occasione d’incontro tra i condomini: il vecchio Sternkowitz e un'infermiera di notte, l'attrice in pensione Jeanne, il giovane Charly, l'astronauta McKenzie e Madame Hamida. Tutti hanno in comune la loro solitudine ma, incrociandosi e ammansendosi a vicenda, si troveranno riuniti dalla grande tenerezza che esiste in ciascuno di loro.
Approfondimento
IL CONDOMINIO DEI CUORI INFRANTI: SOLITUDINI DI PERIFERIA
Diretto da Samuel Benchetrit e sceneggiato dallo stesso con Gabor Rassov, Il condominio dei cuori infranti ci porta dentro un condominio posto in un complesso periferico di case popolari. Qui, per via di un ascensore in panne, tre incontri sono destinati a cambiare le esistenze di sei personaggi: Stemkowtiz, un uomo sulla sedia a rotelle, che potrebbe trovare l'amore di un'infermiera che fa il turno di notte; Charlie, un adolescente abbandonato a sé stesso, che tenta di fare ottenere un ruolo a Jeanne Meyer, attrice degli anni Ottanta; e John McKenzie, astronauta caduto da cielo, che viene accolto e accudito dalla signora Hamida.
Con la direzione della fotografia di Pierre Aïm, le scenografie di Jean Moulin, i costumi di Mimi Lempicka e le musiche di Raphaël Haroche, Il condominio dei cuori infranti viene così descritto dal regista: «Il film è tratto da due dei racconti di Les Chroniques de l'Asphalte, che avevo scritto nel 2005, ai quali ho aggiunto la storia di un'attrice che vuole andare a vivere nello stesso condominio semi abbandonato di un quartiere popolare. Avevo voglia di raccontare la banlieu in modo diverso attraverso dei personaggi che non siamo abituati a vedere quando parliamo di periferie. E se dovessi riassumere il tema della pellicola direi che si tratta di tre storie di caduta: come si può cadere - dal cielo, da una sedia a rotelle o dal proprio piedistallo - e ricevere un aiuto per rialzarsi? Questa è la domanda che percorre in ogni istante Il condominio dei cuori infranti poiché la gente delle periferie sa essere molto brava a recuperare. Ho vissuto la mia giovinezza in un quartiere popolare e posso affermare di non avere mai conosciuto un senso di solidarietà così forte come in periferia.
Avevo voglia di mostrare il legame invisibile che si crea tra le persone, fatto di silenzi e di sguardi. I miei personaggi sono individui autenticamente solitari e in teoria non hanno alcun motivo per parlare con gli altri. E questo vale per Stemkowitz dalla morte della madre, per la signora Hamida da quando suo figlio è in prigione o per Jules la cui madre è irreperibile, come per coloro che il caso metterà sulle loro strade: l'infermiera di cui percepiamo il malessere, il cosmonauta tagliato fuori dal mondo da diverse settimane e un'attrice in piena crisi depressiva. E la macchina da presa svolge il ruolo del narratore principale del racconto e, a seconda delle situazioni, assume una posizione distaccata, discreta o sarcastica. Ci sono pochissime battute a tono nel film: prevalgono i piani sequenza e i silenzi. Probabilmente anche perché acquisendo esperienza riesco a esprimere quello che voglio dire con meno parole.
Il condominio dei cuori infranti è il film che mi assomiglia di più. Un film di cantastorie ebreo, come mi ha carinamente detto Raphaël, che ha composto le musiche».
I PERSONAGGI PRINCIPALI
Jeanne Meyer è un'attrice che non ha più voglia di essere. Potrebbe essere tranquillamente qualcun altro, arenatosi nel condominio e in modalità di rottura con la vita e il mondo circostante. Per via del suo mestiere, ha però un passato visibile ed è identificabile facilmente. Jeanne vuole solo dimenticare la sua vita di prima per motivi che non vengono spiegati e che appartengono solo a lei. La interpreta l'attrice Isabelle Huppert.
Charly, invece, è un giovane spostato: basta vedere il suo aspetto e il suo modo di vestire per rendersene conto. Si annoia facilmente e aspetta di crescere per poter lasciare il quartiere popolare dove vive. In Jeanne intravede una possibile finestra aperta verso il futuro, dal momento che egli stesso potrebbe divenire un attore più avanti. Con una madre assente, Charly ha il volto di Jules Bencherit, figlio del regista.
Valeria Bruni-Tedeschi impersona l'infermiera che fa il turno di notte. Il suo è un mestiere stancante, difficile e solitario. Dotata di un'ingenuità e di un'aura infantile, appare umile e discreta, e affascina Stemkowitz, un uomo che è come un mammut che aspetta il disgelo. Prigioniero del suo smarrimento e della sua solitudine, Stemkowitz è portato in scena da Gustave Kervern.
La signora Hamida, supportata da Tassadit Mandi, ha una spiccata personalità e un carattere ben temprato. Donna generosa e sensibile, supera la solitudine e il peso della quotidianità grazie all'astronauta caduto dal cielo interpretato da Michael Pitt.
Trailer
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Commenti (14) vedi tutti
Film che racconta di solitudini che si sfiorano dandosi conforto, Storie che ciascuno può vedere dalla propria finestra. Mai triste strappa più di un sorriso
commento di Eli55Delicato, poetico, onirico. Voto 7
commento di giancaudiomuri sporchi e animi candidi per un film assolutamente da non perdere e rivedere più volte per sorridere e soffrire insieme ai protagonisti
leggi la recensione completa di PetrosiniIntorno ad un palazzone di periferia, tre incontri casuali tra personaggi eterogenei. Un racconto delicato, fuori dal mondo e pieno di fantasioso umorismo. Con una grandissima, antipatica e fragile Isabelle Huppert.
leggi la recensione completa di hupp2000Tragicommedia dell'incomunicabilità che si muove leggera sul filo del nonsense: una comunità ridotta nei compartimenti stagni di un condominio-dormitorio in cui il ricorso ai prosaici mezzi di comunicazione di massa rappresenta una universale codifica idiomatica nella desolata periferia della babele globalizzata.
leggi la recensione completa di maurizio73Incontri di 3 persone di un condominio anonimo in periferia di Parigi. Tutti e 3 vivono una vita solitaria in una grande città. L' incontro è con persone molto diverse che porta a situazioni anormali e spesso divertenti. Interessante lo sviluppo del loro rapporto e l'affetto reciproco che si svela. Ottima regia. Da vedere.
commento di nicelady55Una fiaba urbana circondata da ambienti dismessi e solitari,con pochi personaggi e storie annesse alquanto originali....tutto molto grigio e poco comprensibile,ma ammetto che si distacca fortemente da altre produzioni,rivolte a un pubblico di massa.
commento di ezioUno sguardo discreto, affettuoso e lievemente ironico su un gruppetto eterogeneo di persone accomunate da un’esistenza grigia e solitaria, entrando quasi in punta di piedi nella loro semplice e umana quotidianità.
leggi la recensione completa di Fanny SallyUn piccolo film delizioso, dove la bannalità del quotidiano cede progressivamente il posto all'assurdo, fino a creare un'atmosfera surreale. Da non perdere.
leggi la recensione completa di SpringwindTre esili storie, di cui una divertente, allocate nello stesso condominio di una periferia francese e rilegate da un registro vago e minimalista che induce a non pretendere troppo.
commento di Utente rimosso (Cantagallo)Il ghetto ha sempre due facce, una esterna, vista cioè da lontano, nel suo complesso densa di desolanti contorni, ed una interna che, in una visione ravvicinata, esprime spesso i valori migliori dell’umanità.
leggi la recensione completa di viacristallini99Ancora un titolo molto ingannevole: non lasciatevi fregare. Non è la commediola rubiconda che il titolo italiano suggerisce (non parliamo nemmeno della font usata). Tuttavia è molto meglio. È un'operetta stralunata e poetica, composta e asciutta, dove piccole redenzioni laiche arrivano per mano di angeli qualsiasi. Da vedere.
commento di Database...storie assurde in un condominio abitato da persone solitarie e problematiche...
leggi la recensione completa di fratellicaponeCon uno stile minimalista fatto di camera prevalentemente fissa, dialoghi asciutti e concisi, musiche non invadenti, e situazioni al limite del surreale, Benchetrit mette in fila una sequenza di bozzetti nei quali l'umorismo caustico è servito in un lieve ed equilibrato mix di malinconia ed assurdo.
leggi la recensione completa di pazuzu