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John Wick

Regia di David Leitch, Chad Stahelski vedi scheda film

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La recensione su John Wick

di logos
6 stelle

Abbiamo tutti gli ingredienti per un film conforme al genere action, la regia è molto attenta nelle riprese che accentuano la potenza dell'azione, con un Kenau Reeves in splendida forma, in grado di interpretare un personaggio, John Wick, tenendo conto dei suo lati oscuri, in più in un contesto quasi gotico post-moderno, simile a quello di Matrix, ma calato nella realtà.

Keanu Reeves

John Wick (2014): Keanu Reeves

L'inizio ci presenta un John Wick abbattuto per la perdita della moglie, depresso gira a vuoto nella sua splendida villa. Interessante l'idea del regalo postumo, un piccolo cagnolino, già preparato da sua moglie prima di morire, avvertendolo di proseguire nella sua vita, di prendersi cura del cucciolo, perchè solo così potrà superare la sua perdita. John vede subito nel cagnolino quasi la personificazione di sua moglie, l'unica realtà vivente che gli è rimasta di lei.

 

Keanu Reeves

John Wick (2014): Keanu Reeves

 

Fin qui il film scorre con la sua suspense, perchè lascia presentire che qualcosa, prima o poi, si deve scatenare. E infatti per puro caso John, mentre fa rifornimento di benzina alla sua macchina, si imbatte in gruppo di malviventi russi, il cui capoccio è l'idiota e viziato Josef Tarasof (Alfie Allen), che vuole a tutti i costi comprargli la macchina. A risposta naturalmente negativa di John,  il gruppo entra di soppiatto nella sua villa, lo pesta a sangue e gli uccidono il cane portandosi via la macchina. 

 

Risvegliatosi, John, trovandosi faccia a faccia con il cagnolino ucciso, rivive per una seconda volta la perdita di sua moglie, e questo è quanto basta per scatenare in lui tutto il suo vissuto, sepolto oramai da anni, ma che ora riaffiora in tutta la sua necessità. Il lato oscuro di John viene ora rappresentato, e progressivamente viene fuori che egli era il pià pericoloso assassino della metropoli, l'unico veramente apprezzato dal Boss per  cui lavorava, Viggo Tarasov (un eccellente Michael Nyqvist), che però, coincidenze delle coincidenze, è proprio il padre di Iosef. E non a caso, il padre, saputo dell'accaduto, non esita ricordare al figlio chi è John Wich, non l'uomo nero, ma colui che ammazza l'uomo nero, colui che grazie ai suoi efferrati omicidi ha costruito le basi della stessa organizzazione di cui ora è a capo Tarasof.

Michael Nyqvist

John Wick (2014): Michael Nyqvist

 

E' interessante anche il rapporto tra Tarasof e John. Infatti Tarasof ha un enorme rispetto per quest'uomo, e non esita a colpire il figlio per la stupidaggine che ha compiuto, in più contatta telefonicamente lo stesso John per porgere le sue personali scuse, ma dall'altra parte del telefono vi è un silenzio che grida vendetta.

 

Da qui, parte tutta una serie di azioni fulminanti tese, da parte di John, a consumare la sua vendetta, riesumando letteralmente dal pavimento di casa sua tutto il proprio arsenale di guerra, mentre Tarasof non dovrà fare altro che rassegnarsi al destino e preparare tutte le strategie necessarie per proteggere la vita del figlio e assoldare tutti i criminali più agguerriti della città per eliminare John Wick. 

 

La regia di Chad Stahelski e David Leitch è impeccabile, segue tutte le sequenze dell'azione con abilità e maestria, facendo leva su attori che riescono in tutto e per tutto a essere all'altezza del personaggio che interpretatono, innanzitutto Reeves, che non ha avuto bisogno neanche di controfigure per svolgere appieno un personaggio che sa muoversi nella lotta, maneggiare fucili, coltelli e pistole.  Anche Michael Nyqvist recita bene il suo ruolo, soprattutto per la complessità che comporta: essere un duro capo malavitoso, ma al tempo stesso un padre che vorrebbe quasi quasi fare fuori il proprio figlio al posto di John, e anzi vorrebbe un figlio proprio come John, ma che del resto non può che vederlo morto, perchè deve proteggere comunque il suo irresponsabile figlio.

 

Forse, questa dinamica doveva e poteva essere maggiormente articolata, perchè gli attori erano perfettamente in grado di poterla esprimere in tutta la loro drammaticità.  E non sarebbe stato per niente male che in un genere come questo quella drammaticità avesse preso il suo spazio, magari anche con la dovuta ironia. Ma probabilmente per un lavoro del genere ci sarebbe voluto un Tarantino o qualcun altro della stessa levatura, di cui si sente, comunque, una desolante assenza, proprio perchè avrebbe dato al film un tocco di completezza che, a mio avviso, gli spetta. Al netto di questo salto in avanti mancante, il film, per gli amanti del genere, resta comunque un buon lavoro, che però, a parte una buona tecnica, non azzarda a qualcosa di nuovo.

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