Felice Tagliaferri è uno scultore non vedente, durante un viaggio in India tiene un corso per bambini ciechi, sordi e sordo-ciechi. All’apparenza una sfida impossibile, ma il linguaggio dell’arte non conosce barriere.
Note
Un progetto portato avanti con testardaggine da un manipolo di insegnanti e sostenuto dalla Onlus italiana CBM, che infatti è anche produttrice di Un albero indiano ma Soldini aggira, senza negarla, la committenza esterna, come in Per altri occhi disegna personaggi con pochi tocchi ben assestati e lavora attraverso libere associazioni d’idee, tracciando un’identificazione tra il coraggio semplice e quotidiano di chi è disabile e quello di chi lavora per e con loro, tra cento difficoltà. Che «l’unione fa la forza» sarà banale, ma è anche vero.
Felice Tagliaferri è uno scultore. Lavora soprattutto con la creta, che modella con movimenti rapidi delle dita, utilizzando i polpastrelli come fossero i suoi occhi. Felice Tagliaferri è cieco dall’età di 14 anni, solo a 25 (ricorda più volte, a riprova che «non è mai troppo tardi») ha scoperto di poter essere un artista, pure bravo, e di saper dare una forma fisica a immagini che… leggi tutto
Felice Tagliaferri è uno scultore. Lavora soprattutto con la creta, che modella con movimenti rapidi delle dita, utilizzando i polpastrelli come fossero i suoi occhi. Felice Tagliaferri è cieco dall’età di 14 anni, solo a 25 (ricorda più volte, a riprova che «non è mai troppo tardi») ha scoperto di poter essere un artista, pure bravo, e di saper dare una forma fisica a immagini che…
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