Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
Anche nel film “I nostri ragazzi” è la bella gente la protagonista assoluta.
Due famiglie.
Paolo (Luigi Lo Cascio), Chiara (Giovanna Mezzogiorno) e il loro unico figlio di 16 anni Michele (Jacopo Olmo Antinori).
Paolo è un pediatra, chirurgo; Chiara sua moglie, una guida turistica e Michele uno studente svogliato e distratto.
Massimo (Alessandro Gassman), Sofia (Barbora Bobulova)e la loro figlia di 16 anni Benedetta (Rosabell Laurenti Sellers).
Massimo è un avvocato di successo; Sofia è la seconda moglie di Massimo al quale ha dato da poco una piccola bambina, e Benedetta, soprannominata Benni, la spregiudicata figlia di primo letto di Massimo.
Massimo e Paolo sono fratelli, molto diversi tra di loro, sia fisicamente che di carattere. Si giudicano ferocemente, si disprezzano. Così anche le loro rispettive mogli, mentre i due cugini passano molto tempo tra di loro e hanno un rapporto assai stretto e complice.
Mentre tornano a casa da una festa, Benedetta e Michele, prendono a calci e pugni una barbona provocandone la morte. Il fatto viene ripreso da delle telecamere a circuito chiuso e mandate in onda dalla famosa trasmissione “chi l'ha visto?”. Le due famiglie riconoscono nei due assassini i propri figli, inizia così per loro una discesa agli inferi, che manderà all'aria tutte le loro certezze e i principi che pensavano fossero alla base dei propri rapporti famigliari.
Su soggetto di Valentina Ferlan, Ivano De Matteo scrive insieme a lei la sceneggiatura di questo nuovo dramma famigliare, che chiude in maniera feroce una trilogia iniziata nel 2009 con “La bella gente” (soggetto e sceneggiatura sempre di Valentina Ferlan).
Il film comincia subito dalle prime scene con violenza. Un banale litigio tra due automobilisti per un semaforo rosso “bucato”. Uno dei due litiganti perde la testa, e senza pensare di avere il figlio in macchina con lui, provoca una furiosa lite che lo porterà alla morte.
Il caso vuole che il bambino della vittima viene ferito e a curarlo sarà proprio Paolo, mentre a difendere colui che ha ucciso il padre del bimbo sarà invece Massimo.
Paolo e Massimo si trovano su due fronti differenti, la pensano differentemente, vivono agli antipodi, non rendendosi conto però che hanno educato i propri figli nella stessa identica maniera: proteggendoli e facendoli crescere nella bambagia, senza il minimo senso di responsabilità per i propri doveri di figli, di studenti e di cittadini.
All'interno delle loro lussuose case, ognuno mangia ad orari diversi, nelle proprie camere, davanti alla tv o al pc. Genitori e figli non comunicano mai, eppure i primi sono convinti di conoscere i secondi. Anche i segnali di un cattivo andamento scolastico, non preoccupano più di tanto Chiara, che continua a giustificare il figlio con i professori, con il marito, con se stessa.
Dopo essere stati scoperti dai genitori, Benedetta e Michele non hanno nessun cenno di pentimento, sono anzi sicuri della protezione dei loro genitori, che intanto entrano in crisi.
Se Massimo cerca ogni tipo di soluzione legale, se Chiara si ostina a non credere il figlio capace di un atto tanto crudele e da tutta la colpa alla nipote, se Sofia appoggia incondizionatamente il marito proponendosi disponibile anche ad una eventuale falsa testimonianza per coprire la figliastra, Paolo di contro, si chiude in un silenzio criptico.
Paolo sa che il figlio è colpevole, sa che la loro vita, denuncia o meno, prigione o no, sarà per sempre cambiata, nonostante tutto non riesce a prendere una posizione né con la propria famiglia né con quella del fratello.
Sarà Massimo il vero ago della bilancia, quello che smisterà le carte del gioco in modo inaspettato, sconvolgendo tutto e tutti.
Ivano De Matteo punta ancora il dito sulla famiglia, andando a sviscerare i rapporti all'interno della “bella gente”, quella che è convinta di pensare bene, di essere dalla parte giusta, di non dover mai pagare un conto troppo salato, di avere una risposta per tutto. De Matteo mette in crisi le famiglie per bene, che barattano ben presto i propri principi in nome dell'amore figliare. Generano mostri che difendono a spada tratta, ai quali giustificano e perdonano le cose peggiori, ma anche quelle minori.
Solo per il fatto che sono “i loro figli”, non possono essere dei mostri, non possono pagare per la morte di una barbona qualunque, è sempre colpa di altro: della scuola, dei professori, degli amici.
Figli che non parlano mai con i propri genitori, che comunicano sempre tramite cellulari e pc, che assumono atteggiamenti di posa a seconda della situazione, senza mai apparire veri e sinceri.
Un film drammatico che potrebbe essere dell'orrore per come tratta l'alienazione e la ferocia dei personaggi.
L'unica critica che mi viene da fare è sulla sceneggiatura, soprattutto nella seconda parte, tende ad essere forzata nella descrizione degli stati d'animo di Paolo, il personaggio più complesso da trattare, quello con più difficoltà. Da parte degli sceneggiatori ho colto come una specie di paura, ad un certo punto, di non essere in grado di raccontare i tormenti dei protagonisti, traducendo alcune scene in maniera troppo didascalica.
Molto sicura e matura invece la mano del regista, che ha saputo colmare con la macchina da presa, quelle lacune narrative che mi pare avere colto. De Matteo ha una tecnica personale che abbraccia e racconta i personaggi e i loro stati d'animo in maniera delicata, senza fronzoli, che mi piace molto.
Mi è piaciuta molto l'interpretazione di Alessandro Gassman, che solitamente non prediligo. L'ho trovato a suo agio in una parte di forti contrasti e impatti emotivi.
Tutto il cast è di ottimo livello, il film d'altronde si regge sui personaggi, quello più “traballante” è Luigi Lo Cascio, che in alcuni punti si lascia trasportare dal troppo pathos probabilmente e risulta un po' troppo sopra le righe.
Ottima la colonna sonora dei “Girls in Hawai” con la canzone “Misses”.
Un bel film, che lascia l'amaro in bocca e la sensazione, quando si esce dal cinema, di aver preso un cazzotto nello stomaco.
Note Personali.
Mi è preso un colpo (a me e a mio marito), quando in una scena si vede Chiara che come un'automa mangia sul tavolino del salotto davanti alla televisione, per vedere il suo programma preferito “Chi l'ha visto?”. Mi sono praticamente vista sul grande schermo!
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In effeti non è male (e soprattutto è recitato bene) solo un tantino prevedibile nel ribaltamento finale (e per fortuna l'intuito del regista ha lasciato la conclusione aperta anche se credo che si possa comunque ben comprendere cosa accade nella scena conclusiva.
sì, mi è piaciuto, perché mi piace De Matteo come dirige e le tematiche che sceglie. Ci sono dei tentennamenti della sceneggiatura, ma tutto sommato mi sembra un buon film :D
@Spopola: sai che mi fido molto del tuo pensiero e delle tue interpretazioni, sempre nitidamente spiegate e illuminanti. E così ora torno a farti una domanda: cosa si dovrebbe BEN comprendere in quel finale aperto? Cosa è successo "davvero"?
Scusa per il ritardo con cui provo a rispondere alla tua domanda @marietoile. Per me lascia sottintendere che più chedi un incidente, si tratti di una specie di "esecuzione" (passami il termine) che porta alla eliminazione del fratello per evitare che metta in atto i suoi propositi "denunciatori" (non posso esserne certo in assoluto ma credo che sia l'unica interpretazione possibile, altrimenti avrebbe poco senso quella chiusura tronca scelta dal regista.
@grazie Spopola per la tua risposta. In effetti la tua interpretazione è logica e non fa una grinza. Finale, comunque, troppo aperto per i miei gusti :-) e che ha contribuito, insieme ad altri aspetti del film così e così, a non farmi apprezzare il tutto...
Anche io l'ho trovata un'opera abbastanza discutibile con quel ribaltamento un tantino troppo programmatico (comunque nella posta troverai un mia risposta più esauriente e completa, se avrai voglia di leggerla
@Spopola: ho già letto la tua risposta privata e ti ho risposto: ma si vede che Filmtv non è tempestivo nelle comunicazioni! :-)
Ivano De Matteo mantiene le promesse allora. Già Gli equilibristi era un film per molti versi coraggioso e attuale, con un grande Mastandrea, sono molto curioso di vedere questo, grazie della segnalazione
in un panorama cinematografico desolante come quello di oggi, una buona storia, una buona regia, dei bravi attori... sono tutti dei buoni presupposti per fare di questo un buon film. Mi è piaciuto, te lo consiglio :D
Che ne pensi in questo film di Rosabell Laurenti Sellers che era già negli Equilibristi? A me nell'altro film era sembrata bravina, volenterosa ma un po acerba, ma forse è solo una mia impressione sbagliata
qui rimane "bravina", niente di eccezionale. Rispetto al film precedente ha una parte più inquietante, forse più complicata.
Mi è piaciuta davvero questa recensione e il modo in cui evidenzi problematiche tioiche delle famiglie di oggi. Troppe volte ho visto genitrici inca##@te difendere a spada tratta figli svogliati e maleducati (l'anno scorso di questi tempi, alla riunione di inizio anno scolastico ho assistito basito a una madre che ribatteva seccata a un'insegnante che stva lamentando un comportamento di menefreghismo dei nostri figli....io ho difeso la prof e fatto il mazzo a mio figlio, ma forse sono fuori dal mondo.....).
A questo punto la visione di questa pellicola sarà un prossimo appuntamento.
Ciao e grazie :-)
P.S. spero nessuno si offenda ma in ormai 8 anni di riunioni scolastiche etc ho notato che sono prevalentemente (per non dire esclusivamente....ma non lo dico) le mamme a difendere sempre e comunque i figli, anche quando sono palesemente indifendibili (soprattutto quando....)
Ai miei tempi quando si prendeva una nota sul diario, si tornava a casa con la coda tra le gambe... oggi i prof hanno quasi paura a prendere posizione a riguardo, e per gli stipendi che prendono (sinceramente) prevale il menefreghismo.
Ho avuto delle incertezze, riguardo questo lavoro di De Matteo. Mi è sembrato un film un po' senz'anima, priva di quella che (soprav)vive anche nei film più cinici. 'I nostri ragazzi' vorrebbe non salvare nessuno, e dare uno spaccato di società, ma c'è un forte rischio di essere seriosi, quasi telefonati, come se dietro si sentisse in maniera esagerata la "costruzione", narrativa e caratteriale, che si è fatta. Parli di tentennamenti di sceneggiatura: secondo me quella non riesce ad essere del tutto compensata dalla regia di De Matteo. Ho le sensazione che l'approccio sia un po' sensazionalista, la storia costruita eccessivamente a tavolino, quasi un'eccessiva geometria (di caratteri, di mancate responsabilità) per parlare davvero di realismo. Come dire, un caso da "Chi l'ha visto?". E non so quanto questo sia cinema.
Comprendo comunque la tua posizione, il film fa il suo effetto. Ma c'è solo quello, ecco, tutto troppo intorno ad una storia invadente: paradossalmente, come ha detto chi con me l'ha visto in sala, si poteva andare più a fondo. Ciao!
E' un film che si basa quasi esclusivamente sui personaggi, più che sulla storia stessa, in questo senso la sceneggiatura non poteva essere troppo "profonda", ma doveva evitare di essere "didascalica" (spero che questi termini siano appropriati, o per lo meno chiari con quello che voglio dire). Una sceneggiatura più buona quasi più per un prodotto televisivo che non cinematografico, grazie alla buona regia e alla ottima interpretazione degli attori il film risulta (a parer mio) buono. Che il film e la regia puntasse sul sensazionalismo è evidente dalla prima sequenza (e dall'ultima), manca un po' di anima, hai ragione tu, ma gli rimane molto spirito e un ottimo carattere... ;)
Però il voltafaccia del personaggio interpretato da Lo Cascio è troppo repentini; l'esposizione appunto di una specie di teorema che è poco spiegato che arriva all'improvviso e difficilmente credibile nella conclusione se non ci fossero come immagino ci siano ma non vengo spiegato dei gravi problemi di fondo che inquinano il rapporto fra i due fratelli
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