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La sedia della felicità

Regia di Carlo Mazzacurati vedi scheda film

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La recensione su La sedia della felicità

di alan smithee
8 stelle

TFF 2013 - FESTA MOBILE
Con un titolo quasi surreale ritorna Mazzacurati, e lo fa ripartendo da quel nord-est che ha dato alla luce  i personaggi più riusciti e bizzarri della propria variegata carriera, tipo la coppia esilarante di furfanti dal cuore d'oro de "La lingua del santo". Una trama gialla, bislacca ma esilarante, vede un'estetista ed un tatuatore, sfortunati e senza un'euro e dai negozi confinanti, coinvolti in una ricerca spasmodica di un tesoro custodito in una delle dodici sedie kitch che una donna incarcerata, madre di un bandito noto per le sue scellerate imprese, ha occultato per tutta la vita, salvo alla fine, in punto di morte, rivelarne l'esistenza alla mite estetista, giunta in carcere a dipingerle le unghie. In loro aiuto, ma fino ad un certo punto, un grasso prete oberato dai debiti accesi per soddisfare la sua dipendenza al videopoker. Mazzacurati dirige con brio una vicenda popolata da un numero straordinario di camei di lusso, e che comprende quasi tutta la variegata casistica di bravi attori che hanno girato in passato col regista e qui coinvolti in partecipazioni lampo, ma piene di significato. Impossibile citarli tutti, dato che per avere le idee chiare e' sufficiente visionare il cast. Tra questi avrei giurato di aver ricinosciuto, non mi pare citata, addirittura Vanna Marchi nel ruolo della madre del macellaio folle, uno dei tanti padroni delle sedie, sparpagliate lungo tutto il nord est. Non senza qualche cedimento o lungaggine inutile o forzara, il film di Mazzacurati trova nel trio Mastandrea, Ragonese, Battiston un gruppo affiatato che riesce a fare faville e a far ridere di brutto. Scene madri come quella della  seduta spiritica con Mastandrea scettico e disturbatore/suggeritore, sono esemplari e suppliscono qualche debolezza che scalfisce ma non compromette il ritorno in gran forma di uno dei  piu' ispirati giovani discepoli di Nanni Moretti di fine anni '80.

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