Trama
Federico, un giovane uomo d'armi, viene sedotto come il suo gemello prete da suor Benedetta che verrà condannata ad essere murata viva nelle antiche prigioni di Bobbio. Nello stesso luogo, secoli dopo, tornerà un altro Federico, sedicente ispettore ministeriale, che scoprirà che l'edificio è ancora abitato da un misterioso conte, che vive solo di notte.
Approfondimento
SANGUE DEL MIO SANGUE: LA MONACA E L'ULTIMO VAMPIRO NEL CONVENTO DI BOBBIO
Scritto e diretto da Marco Bellocchio, Sangue del mio sangue parte nel momento in cui Federico, un giovane uomo d'armi, desidera riabilitare la memoria del fratello, un prete sedotto da una monaca, suor Benedetta. A tal fine, decide di recarsi nel convento-prigione di Bobbio, dove accusata di stregoneria la donna è rinchiusa. Ammaliando anche lui, Benedetta verrà condannata a vita e murata viva. Nello stesso luogo ma secoli dopo, un altro Federico, un ispettore ministeriale, bussa alla porta del convento, trasformato in prigione, da allora abbandonato. Ha scoperto che l'edificio è abitato da un misterioso conte che esce solo di notte.
Con la direzione della fotografia di Daniele Ciprì, le scenografie di Andrea Castorina, i costumi di Daria Calvelli e le musiche di Carlo Crivelli, con Sangue del mio sangue Marco Bellocchio ha riunito attorno a sé la sua "famiglia" cinematografica, con cui ha da lungo tempo un sodalizio artistico e umano: Roberto Herlitzka, indimenticabile Aldo Moro in Buongiorno, notte e incisivo politico in Bella addormentata; Pier Giorgio Bellocchio, suo figlio, che ha fatto esordire bambino nel cinema, per poi dirigerlo in vari suoi film (Buongiorno, notte, Bella addormentata, Vincere) e spettacoli teatrali (Zio Vanja); Lidiya Liberman, che ha scoperto e voluto a teatro per il ruolo di Helena in Zio Vanja e che ha fatto debuttare ora nel cinema; Alba Rohrwacher, che ha diretto in Sorelle Mai# e Bella addormentata e Federica Fracassi (anche lei in Bella addormentata). E poi Toni Bertorelli, indimenticabile interprete di Il principe di Homburg e L'ora di religione, Bruno Cariello, al quarto film con Bellocchio, e Filippo Timi straordinario protagonista di Vincere, nel quale ha lavorato anche Fausto Russo Alesi. Senza dimenticare Elena Bellocchio, già interprete di Sorelle Mai. Bellocchio li ha riuniti tutti a Bobbio, dove ha girato il suo primo film I pugni in tasca e dove ogni estate tiene il laboratorio per i giovani "Fare Cinema". E proprio un'estate, alla ricerca di nuove location, scopre le antiche prigioni di Bobbio, chiuse e abbandonate da molti decenni, che in un remotissimo passato facevano parte del convento di S. Colombano.
A spiegare le origini di Sangue del mio sangue è lo stesso regista, in occasione della presentazione del film in concorso al Festival di Venezia 2015: «Sangue del mio sangue è nato quasi per caso quando ho scoperto le antiche prigioni di Bobbio, chiuse e lasciate abbandonate per molti decenni. Sono state costruite nel XIX secolo in una vecchia ala del convento di San Colombano. La scoperta è avvenuta nel 2009 mentre ero alla ricerca di nuove ambientazioni per le mie storie, dal momento che dal 1995 filmo Bobbio durante l'estate per il laboratorio che conduco, "Fare Cinema". Sono stato così ispirato per il primo episodio del film, intitolato La monaca. In breve, vi si narra la storia di Benedetta, una religiosa murata viva nel convento-prigione di Santa Chiara a Bobbio. Il riferimento all'episodio della monaca di Monza è ovviamente più che esplicito. Il breve racconto cinematografico che ho ottenuto mi ha spinto poi nel tempo a immaginare cosa ha preceduto la terribile condanna.
È nato in questo modo Sangue del mio sangue, che racconta la storia del processo di Benedetta, delle prove che confermano la sua alleanza con Satana e della sua muratura finale. Mi è parso che questa storia dissepolta da un passato così remoto meritasse un ritorno al presente dell'Italia di oggi e più precisamente in un'Italia di paese, Bobbio, che la modernità e la globalizzazione hanno ormai cancellato. Tale mondo è rappresentato dall'episodio contemporaneo che immagina un misterioso conte (un vampiro?), che vive nella stessa prigione ormai abbandonata da cui ha avuto inizio la storia di Benedetta.
Un film così incerto ed emozionante dal mio punto di vista non può essere realizzato per un motivo futile o fortuito. Forse era mio desiderio trasfigurare una storia tragica che ha segnato la mia vita: la morte del mio fratello gemello, che ho già raccontato in Gli occhi, la bocca. Così, una storia datata 1630 mi ha permesso di ritornare sullo stesso argomento senza essere "perseguitato" dalla mia storia familiare, pur restando in un quadro che mi è familiare, Bobbio».
Note
A una prima metà tutta ecclesiastica e in parte seria, naturalmente ispirata alla monaca di Monza, si contrappone una seconda ambientata ai giorni nostri, in cui Bellocchio si diverte a giocare con il registro del grottesco che ben conosce per ritrarre un’Italia contemporanea in cui i notabili vampireschi continuano ad avere in mano il potere che esercitano attraverso uno spregiudicato consociativismo. Insomma, Dio e Satana a braccetto. E il popolo sta a guardare senza nemmeno capire che cosa accade.
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Commenti (9) vedi tutti
Collegando al presente un’orribile storia di superstizione e di ingiustizia, Marco Bellocchio racconta la storia immutabile di Bobbio Piacentino, luogo di antichissime origini, sorto, nei primi secoli dopo Cristo, nei pressi del monastero di San Colombano, diventato convento femminile che dava di che vivere ai borghigiani dei dintorni.
leggi la recensione completa di laulillaMi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse quale interesse culturale ha questo film per avere la sovvenzione.
commento di UgoCatoneNOIA NOIA NOIA TOTALE ! voto.0.0.0.
commento di chribio1Vista la trama, e l'ambientazione, un po' di cupezza era lecita, anzi necessaria. Ma si è esagerato. Domina la lentezza, e il risultato finale è spiacevole. Da non guardare.
commento di putrellaSvarione totale di uno dei migliori registi italiani.
leggi la recensione completa di leporello…una donzella fuora / del proprio albergo uscì...
leggi la recensione completa di mckSul solco tracciato da Vacanze in Val Trebbia e Sorelle Mai, Bellocchio racconta il passato e il presente a modo suo perchè è Sangue del mio sangue. Mai banale
leggi la recensione completa di hallorannIl film di Bellocchio è, a suo modo, spiazzante ed enigmatico al primo impatto: due tronconi apparentemente separati e distanti, ma solo nel tempo. In un certo qual modo il regista affronta e confronta la Storia e la sua storia personale, la Chiesa e lo Stato, la religione e la laicità, in una maniera che potremmo definire sperimentale.
leggi la recensione completa di michemarIeri come oggi, l'uomo si nasconde. Lascia che sia il mito a parlare al posto suo. Si fa scudo delle sue leggende, delle sue idolatrie, che cambiano forma a seconda del tempi, ma che sono sempre le proiezioni dei suoi istinti primitivi. Le impronte di quelle leggi oscure che sono scritte nel sangue. E dalle quali solo la morte lo può liberare.
leggi la recensione completa di OGM