Trama
Nato nel 1919, Liberace (Michael Douglas) raggiunge il successo come pianista negli anni Cinquanta, impressionando tutti con i suoi spettacoli eccentrici e colorati. Presentandosi al pubblico sempre truccato, cotonato e con abiti vistosi che spesso cuciva con le sue stesse mani, Liberace per tutta la vita nasconde la sua omosessualità e la storia d'amore, durata dal 1977 al 1982, con Scott Thorson (Matt Damon), l'ex giovane autista divenuto amante, amico e confidente.
Approfondimento
DIETRO I CANDELABRI: UN BIOPIC POCO CLASSICO
L'idea di realizzare un biopic sul controverso Liberace è del regista Steven Soderbergh, che intorno al Duemila contattò il produttore Jerry Weintraub esponendogli il desiderio di ritrarre su pellicola un personaggio considerato sorprendente e molto più avanti del suo tempo. Sin da subito a essere coinvolti nel progetto furono gli attori Michael Douglas (già diretto da Soderbergh in Traffic e destinato al ruolo di protagonista) e Matt Damon e il produttore esecutivo Greg Jacobs.
Il punto di partenza del racconto di Soderbergh, da sempre fermo nel non voler filmare una biografia in senso stretto, è il libro di Scott Thornson Behind the Candelabra, dal quale lo sceneggiatore Richard LaGravanese ha estratto una storia che si concentra su un determinato periodo dell'esistenza di Liberace.Cercando di non scadere nella caricatura e nella parodia, Dietro i candelabri ripercorre il rapporto che Liberace intrattenne con Scott Thornson, il povero ragazzo bello come un adone con cui condivise cinque anni di vita. Ottimo musicista e uomo di spettacolo dallo straordinario talento, Liberace si muoveva in un ambiente spesso frivolo ma la sua relazione - di qualunque tipo essa sia stata - con Thornson e le loro discussioni erano più serie di quanto si credesse. Girato tra Los Angeles, Palm Springs e Las Vegas, Dietro i candelabri ha potuto contare sull'autenticità dei luoghi e delle scenografie in cui i fatti narrati sono avvenuti (come la casa di Liberace o l'ufficio postale di West Hollywood dove Thorson ha lavorato) e sull'uso di costumi e di accessori che vengono direttamente dalla vita dell'artista.
UN TALENTUOSO UOMO DI SPETTACOLO
Wladiu Valentino Liberace - Lee per gli amici, Walter per la famiglia - nacque nel 1919 a West Allis, nel Wisconsin, da madre polacca e padre italiano, prima di diventare tra il 1950 e il 1970 l'intrattenitore più pagato al mondo quando i suoi spettacoli, dischi, film, spot pubblicitari e apparizioni, attiravano una folla crescente di fan, soprattutto appartenenti al gentil sesso.
Spinto in tenera età dal padre suonatore di corno francese a cominciare a suonare il pianoforte, Liberace dimostrò subito di avere un talento fuori dal comune, rivelandosi in grado già a sette anni di eseguire pezzi molto difficili e appassionandosi al grande pianista polacco Paderewski. Dopo completato gli studi classici ed aver fatto diverse esperienze formative nel mondo del jazz e del varietà, a 20 anni si esibì per la prima volta con la Chicago Symphony Orchestra eseguendo il concerto per piano numero 2 di Liszt. Con la decisione di abbandonare le sale da concerto per ritagliarsi uno spazio nel mondo dei night club, Liberace si propose di adottare un proprio stile musicale - definito da egli stesso "popolare ma con un tocco classico" - e di muoversi per gli Stati Uniti con un pianoforte personalizzato da un decoro sfarzoso (la cui idea fu in qualche modo "rubata" da Charles Vidor per il biopic su Chopin L'eterna armonia) su cui sopra riponeva un candelabro. Il suo primo concerto (tutto esaurito) con la Los Angeles Philarmonic all'Hollywood Bowl segnò un'ulteriore progresso verso l'immagine che Liberace avrebbe adottato da quel momento in poi: temendo su quel grande palcoscenico di risultare invisibile con lo smoking nero dietro a un pianoforte altrettanto nero, Liberace decise infatti di presentarsi in scena con indosso un eccentrico abito bianco fatto su misura, dando inizio così - prima di Elton John, di Madonna o di Lady GaGa - all'era dei costumi sgargianti, da cui non si separerà mai.
La sempre più crescente popolarità di Liberace venne poi suggellata nel 1952 dal programma televisivo The Liberace Show, che gli aprì la via verso una serie di concerti al Madison Square Garden e di spettacoli di varietà a Las Vegas.
L'AMBIGUA VITA PRIVATA
La vita privata di Liberace è sempre stata oggetto di curiosità da parte di giornalisti e ammiratori. Già nel 1950, Liberace si trovò a citare in giudizio un quotidiano londinese che aveva insinuato la sua omosessualità e fino agli Ottanta contonuò a ribadire la propria eterosessualità, negando anche la sua relazione con Scott Thornson (la loro storia fatta di cinque anni d'amore e di bei momenti era terminata in tragedia e Thornson aveva rivelato dettagli e particolari del loro rapporto). Vivendo Liberace in un periodo in cui le celebrità avevano bisogno di tutelare la propria immagine pubblica, ripercorrerne la storia significa secondo il produttore Jerry Weintraub fornire anche una panoramica sull'evoluzione dello sguardo della società sulle relazioni omosessuali e sulla loro accettazione.
LO STILE LIBERACE
Lo scenografo Howard Cummings ha avuto il compito di ricreare per Dietro i candelabri l'intero universo di Liberace nel periodo compreso tra il 1977 e il 1982. Dopo essersi documentato approfonditamente, lo scenografo ha deciso di puntare su un mondo di superfici riflettenti, scegliendole come metafora della vita di Liberace. Per mettere in scena il numero dei "due pianoforti", Cummings ha inoltre riunito con l'aiuto della progettista Barbara Munch-Cameron i due pianoforti di Liberace "separati" dopo la sua morte (uno è custodito al Liberace Museum di Las Vegas mentre l'altro è esposto nello showroom Baldwin).
Per riprodurre gli spettacoli di Liberace (tutti curati da Ray Arnett) e restituire alla casa di Liberace gli oggetti finiti nei vari negozi di antiquariato, Cummings e la Munch-Cameron si sono lanciati alla ricerca delle scene e degli arredamenti originali, ricorrendo a creazioni ex novo (ma basate su fotografie d'archivio) qualora qualcosa fosse andato perso. Uno dei pezzi più spettacolari da ricostruire è stata ad esempio la piscina a forma di rene della villa di Liberace, dotata di una fontana la cui acqua sgorgava dal grosso becco di un uccello in ceramica e di un albero in fibra ottica con luci colorate e cangianti.
Oltre ad uno dei pianoforti di Liberace, al Liberace Museum di Las Vegas il produttore Jerry Weintraub ha chiesto in prestito costumi, gioielli e automobili (come la mitica Rolls Royce Silver usata durante gli spettacoli), appartenuti allo showman. È stato infine lavoro della costumista Ellen Mirojnick quello di ricreare gli abiti (eccentrici, sgargianti e talvolta ridicoli) che Liberace e Scott usavano sia sul palco sia nella loro vita quotidiana, come ad esempio la pelliccia di volpe bianca dal valore di 300 mila dollari, ricamata con paillettes e cristalli d'Austria e dotata di uno strascico di oltre 5 metri.
Note
Uomo di spettacolo capace di tenere in pugno il pubblico, amante vorace incapace di contenere il suo appetito, Liberace è morto quasi 30 anni fa ma è figura di modernità estrema: falsificatore geniale di un’icona costruita a tavolino, intercettatore infallibile dei gusti dell’audience. L’ennesimo “ultimo” film di Soderbergh è la nuova prova di un sublime coreografo di corpi attoriali, in cui Damon e Douglas si spogliano dei rispettivi status per abbandonarsi a isterie e tenerezze, trasfigurati dalla bravura prima che dal make up.
Trailer
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Commenti (6) vedi tutti
Qualche incertezza, poi l'ho guardato, e ho fatto bene: molto "verboso", ma (forse) volutamente, per non dare preminenza al lato pruriginoso. Comunque, grande interpretazione di Douglas, in misura minore di Damon. Voto: 7.
commento di Roberto MorottiDa apprezzare perché non è facile per un super uomo come M.Douglas che si fotte ogni essere femminile che respira fare il finocchio Voto 6.5
commento di PepsinaVita lussuosa in una Storia reale per nulla appassionante nel vedere il tutto (il Soggetto della Biografia comunque non l'avevo mai sentito prima ...) ! voto.1.
commento di chribio1Grande biopic su un personaggio minore, eppure grande, interpretato ottimamente da due grandi attori e diretto da un grande regista. Insomma...un gran bel film
commento di slim spaccabeccoProprio a 30 anni esatti dalla morte di Liberace ho visto questo bel film tratto della biografia del suo amante, interpretato da Matt Damon. Nel ruolo principale un monumentale Michael Douglas. Molto consigliato, se non altro per ammirare lo sfarzo kitsch con cui il virtuso pianista amava circondarsi.
commento di trickerAspetto solo di vedere a chi avranno il coraggio di far doppiare Michael Douglas. In un film dove TUTTO è Michael Douglas, a chi toccherà l'italico compito? Valeria Marini? Asia Argento? Rocco Siffredi? L'asta è aperta.
commento di leporello