Trama
Stretto nella morsa delle proprie responsabilità, il donnaiolo americano Neil (Ben Affleck) si reca in viaggio a Parigi, dove conosce Marina (Olga Kurylenko), una donna ucraina divorziata e madre della decenne Tatiana. Sin da subito ne consegue una relazione piena di passione e amore. Dopo un intenso soggiorno a Mont Saint-Michel, Neil decide di rientrare in Oklahoma portando con sé Marina e Tatiana. La loro vita di coppia procede tra alti e bassi, Neil è combattuto sui sentimenti che prova e e Marina fa la conoscenza di padre Quintana (Javier Bardem), un prete con molti dilemmi interiori. Complice un viaggio di Marina e della figlia in Francia per rinnovare il visto, Neil riallaccia i rapporti con Jane (Rachel McAdams), una vecchia fiamma del passato.
Approfondimento
TO THE WONDER: IL MONDO NUOVO DI MALICK
Regista lontano dalle regole commerciali e dalle convenzioni cinematografiche, Terrence Malick con To the Wonder presenta al pubblico qualcosa che esula dalla semplice storia narrata. To the Wonder può essere infatti definito come un percorso che trasmette la profondità emotiva di personaggi che, in continua evoluzione, cambiano e crescono. Agli attori protagonisti Malick ha chiesto di essere spontanei di fronte alla macchina da presa e di improvvisare, ricercando gli aspetti emotivi nascosti dei loro caratteri al fine di rendere autentici e veri i personaggi interpretati e il loro interrogarsi sull'amore, sulla nostalgia e sulla spiritualità.Le riprese hanno avuto luogo soprattutto a Bartlesville, in Oklahoma, una città in cui si conservano intatti gli edifici realizzati nella prima metà del XX secolo. Tra queste costruzioni spicca la Price Tower progettata nel 1956 dall'architetto Frank Lloyd Wright.
Le immagini degli spazi aperti e delle bellezze della costa occidentale americana scandiscono il ritmo e i cicli della natura, di fronte alla quale le battaglie e le aspirazioni umane appaiono solo come piccoli dettagli in una grande tela. Le campagne dell'Oklahoma hanno fornito una tavolozza di colori molto variegata che passa dal marrone e giallo dei campi all'azzurro chiaro del cielo e alla luminosità di tutti gli spazi aperti.
LA MERAVIGLIA DI MONT SAINT-MICHEL
Le sensazioni evocate dal "nuovo mondo" di Bartlesville sono intensificate dal contrasto con il "vecchio mondo" di Mont Saint-Michel, un'isola quasi ultraterrena al largo delle coste della Normandia, in Francia. To the Wonder si apre con Neil e Marina al culmine della loro storia d'amore, intenti a crogiolarsi nel sole della bella e rocciosa spiaggia di Mont Saint Michel, conosciuta in Francia come la "merveille", la meraviglia (wonder, in inglese) a cui il titolo del film fa riferimento. Meta di pellegrini e turisti, la località è conosciuta soprattutto per l'abbazia piena di guglie, il cui primo nucleo risale al X secolo quando si edificò una primitiva chiesa abbaziale per accogliere i monaci benedettini che sin dal VI secolo arrivavano per raccogliersi in solitudine. Le guglie, elemento tipico dell'architettura gotica che si innalza verso l'alto come a suggerire un posto tra cielo e terra o fantasia e realtà, rappresentano il luogo adatto per far iniziare la storia di Marina e Neil, costruita come un ricordo piuttosto che come il resoconto letterale della vita di due persone. La loro storia infatti è vista come un pastiche di momenti impressionistici, in cui si salta nella vita dei personaggi e ci si muove in modo non lineare come se si entrasse nei ricordi di una persona e nel modo ipnotico - e un po' confuso - in cui questa rivede la propria esistenza.
METODI DI LAVORO POCO ABITUALI
Senza sapere nulla sul taglio finale che To the Wonder avrebbe avuto, gli attori si sono dovuti fidare di Malick che li ha guidati verso opere classiche di narrativa, arte, musica e cinema, per aiutarli a comprendere la psicologia dei loro personaggi. In particolar modo, Ben Affleck ha dovuto leggere le opere di Tolstoj, Dostoevskij e F. Scott Fitzgerald e vedere i film interpretati da Gary Cooper per plasmare il carattere del serio e riflessivo Neil, il "centro silenzioso" attorno a cui ruota To the Wonder. Come nell'Amleto di Shakespeare, l'incapacità di Neil di decidere una linea di condotta rischia di provocare la sua stessa rovina: To the Wonder non fa altro che descrivere come questi acquisti piena consapevolezza di sé, chiedendo agli spettatori di prendere in considerazione gli obblighi che il personaggio ha nei confronti di Marina e del mondo che va al di là dei propri interessi egoistici. Cambiando, Neil affronta le conseguenze della sua evoluzione. Nel bene o nel male, cerca di negoziare tra il dolore che può causare agli altri e l'importanza di prendersi cura di loro, mettendo in gioco quanto è disposto a sacrificare di se stesso.
To the Wonder ha anche richiesto che alcuni membri del cast andassero oltre la loro abituale recitazione per mettere in scena un mix di finzione e realtà. È quello che è accaduto per esempio a Javier Bardem per interpretare padre Quintana, un prete che si interroga sull'essere all'altezza delle aspettative dell'impegno preso con Dio. Per preparare Bardem alla parte, Malick lo ha affiancato al fotoreporter Eugene Richards e lo ha invitato a parlare con dei veri detenuti, con sacerdoti e con i residenti di Bartlesville, alcuni dei quali con alle spalle storie di vita molto preoccupanti. I resoconti di quelle chiacchierate filmate sono stati poi inseriti nel montaggio finale di To the Wonder.
Molto discusso per i tagli celebri in fase di montaggio, anche per To the Wonder Malick ha fatto le sue vittime illustri: Rachel Weisz, Barry Pepper, Amanda Peet e Michael Sheen.
Note
Dopo il tracotante candore di The Tree of Life, Terrence Malick lascia la cosmogonia per la fragilità di una storia maggiormente privata, dove gli ideali d’amore, di ogni possibile amore, guerreggiano con le secche della realtà, vi sprofondano, s’elevano. To the Wonder è un film che si concentra sull’incontro impossibile tra due cuori, tra uomo e Dio, tra l’umanità e la meraviglia. Puro inno visivo alla luce e l’oscurità in cui si perdono le domande, To the Wonder, con tremore e stupore, con un’ingenuità che è un gesto di fiducia struggente nel cinema, tiene insieme il peso, la beltà e la miseria della terra e lo slancio aereo dell’idea.
Trailer
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Commenti (10) vedi tutti
Quasi due ore di "figurine", immagini (peraltro molto belle), parole, una non-trama. L'unica cosa bella Olga Kurilenko, ma non tanto da giustificare la visione fino alla fine. Due p@@le inenarrabili.
commento di paoscaSquallido è il termine che meglio si adatta a questa pretesa di virtuosismo carico di incoerenze.L ' interpretazione si riduce a personaggi ancora più squallidi e infantili che riassumono la loro incapacità di realizzarsi saltellando e camminando in quartieri che riflettono lo squallore generale di questo noioso lungometraggio
commento di BlancheBun (non) film che gira a vuoto dall'inizio alla fine del quale si può fare tranquillamente a meno. buffa la posa cowboy di Ben Affleck vicino alla fatina francese...boh
commento di grace75Il voto? Qui non si è in grado di dare un voto, si può andare dal 4 al 10, dipende dalle persone, dal momento, dallo stato d’animo con cui si vede. Alla fine si può anche pensare che si è stati solo in un sogno.
leggi la recensione completa di michemarUn pretenzioso esercizio di stile, tanto esteticamente curato quanto noioso
commento di il drugoGli alti e i bassi di una coppia come tante, che guarda agli ideali ma è incapace di metterli in pratica.
leggi la recensione completa di BalivernaDi rara pesantezza, quasi un'impresa arrivare alla fine. Ma il traguardo è pieno di soddisfazioni.
commento di near87Un film che non sorprende ma incanta
leggi la recensione completa di monsignoreMalick non mi ha mai del tutto convinto. Qui dopo una prima parte visivamente interessante, pregna di significato e poesia, si perde in se stesso, tutto gira a vuoto come il balletto perenne della sua bella francesina.
commento di Tex MurphyDopo il sopravvalutato The Tree of Life, Terrence Malick ci riprova. Stesso stile, stessa splendida fotografia stesse belle intenzioni. ma il film resta sullo schermo e non entra nel cuore (almeno il mio ) dello spettatore…
commento di fefy