Trama
Steve Butler (Matt Damon), rappresentante aziendale della Global Energy, arriva in una cittadina rurale insieme alla collega Sue Thomason (Frances McDormand). Approfittando del declino economico che ha colpito la zona negli ultimi anni, i due cercano di convincere gli abitanti a concedere all'azienda per cui lavorano, in cambio di una somma di denaro, i diritti di perforazione sui loro terreni. Quello che dovrebbe essere un semplice lavoro di routine ben presto si trasforma in una accesa lotta. La crescente avversione degli abitanti porta nella cittadina il consulente ambientale Dustin Noble (John Krasinski), intenzionato a guidare la campagna di opposizione. Quando ricomincia a scoprire le sue radici da provinciale e si ritrova in competizione con Dustin anche per l'insegnante Alice (Rosemarie DeWitt), Steve comincerà a chiedersi se davvero il risultato giustifica i mezzi.
Approfondimento
PROMISED LAND: I DUBBI DELL'UOMO CONTEMPORANEO
Promised Land di Gus Van Sant è in primo luogo il racconto di ciò che accade quando le persone sono costrette a confrontarsi con i soldi e con decisioni epocali che potrebbero cambiare il loro futuro per sempre. I personaggi, costruiti in maniera realistica, diventano lo specchio di persone reali con cui lo spettatore può facilmente identificarsi al di là della specifica storia raccontata. Ritratti in maniera intima e coinvolti in una storia originale, si ritrovano infatti alle prese con grandi questioni che attanagliano la contemporaneità e che coinvolgono l'intero sistema di valori in cui si crede, con la gerarchia delle cose a cui dare valore e con i conflitti che nascono in seno alla comunità in cui si vive. Cantore della provincia americana, Gus van Sant è stato attratto dalla sceneggiatura scritta da John Krasinski in coppia con l'attore Matt Damon per il modo in cui, pur affrontando grandi temi, il racconto mischia umorismo e umiltà nel dipingere le debolezze e/o le grandezze dell'animo umano. Steve Butler, il personaggio interpretato da Matt Damon, è il simbolo dell'uomo comune contemporaneo. Ha lasciato la comunità agricola in cui è cresciuto nel momento in cui questa stava andando incontro al declino. Emigrato nella grande città, come tantissime altre persone, è andato alla ricerca di opportunità migliori. Ha un buon lavoro, che gli garantisce un'ottima paga, e crede di essere nel giusto nel seguire le direttive dell'azienda da cui dipende. Essendo stato un venditore di strada, ha finalmente la possibilità di agguantare una posizione migliore e non si sente in colpa nel cercar di andare avanti. Quando Steve arriva a McKinley (nel corso del film non viene mai specificato dove la cittadina si trovi ma le riprese si sono svolte in Pennsylvania) insieme alla collega Sue Thomason ha una duplice missione: rimpolpare le casse della sua azienda e salvare il piccolo centro rurale dal declino finanziario e dal degrado che avanzano. Steve è convinto che tutto andrà per il verso giusto, dato che anche lui viene dalla provincia e sa come parlare a quelle persone. Tutto ciò che appare come suo punto di forza, però, improvvisamente diventa il suo tallone d'Achille e, con il susseguirsi degli eventi, Steve si ritrova a dover fare un bilancio della sua esistenza e dei suoi desideri di vita. L'evoluzione di Steve, metaforicamente, finisce con il diventare l'evoluzione di un intero Paese (come gli Stati Uniti), chiamato a dover fare i conti con lo spirito del progresso e la riscoperta delle proprie origini e tradizioni per assicurarsi un futuro migliore.
LA FORZA DELLA COMUNITÀ CONTRO IL FRACKING
Promised Land spinge verso una riflessione su come si sono evoluti i valori della società americana. I maggiori stimoli di riflessione vengono forniti attraverso le decisioni che gli abitanti di McKinley si ritrovano a prendere quando la Global Solutions Crosspower, la società di estrazione del gas per cui lavora Steve Butler, propone loro di dare in locazione i diritti di trivellazione dei loro terreni agricoli. La Global Solutions Crosspower (o Global Energy) ricorre alla tecnica della fratturazione idraulica o fracking per l'estrazione del gas dal sottosuolo e, con un giro di affari del valore di 9.000 milioni di dollari, è una delle più grandi società energetiche degli Stati Uniti. La gente di McKinley ha opinioni divergenti sul da farsi ma, in molti dei casi, i soldi offerti dalla Global rappresentano l'unica alternativa per salvare le fattorie di famiglia dal pignoramento e garantire ai figli cibo e istruzione. Pur nella non omogeneità di pensiero, la comunità di McKinley saprà però ritrovare la forza di coesione necessaria per fronteggiare l'emergenza economica in maniera differente.
DALLA SCENEGGIATURA DI MATT DAMON ALLE SCENE SILENZIOSE DI GUS VAN SANT
Quando Matt Damon e John Krasinski cominciano a lavorare alla sceneggiatura di Promised Land non era l'estrazione del gas il tema principale della storia. Il loro copione, intitolato in un primo momento Gold Mist, faceva riferimento allo sfruttamento dell'energia eolica ma, una serie di indagini conoscitive nell'area di New York, hanno portato i due a dover cambiare soggetto, rendendosi conto che l'argomento non avrebbe funzionato per un film e che ciò che veniva raccontato non corrispondeva al vero. Dopo aver preso in considerazione temi come l'estrazione del carbone, la trivellazione petrolifera e la pesca del salmone in Alaska, Krasinski si è imbattuto in una storia di perforazione ed estrazione del gas naturale che lo ha convinto a cambiar soggetto.
Matt Damon aveva inoltre intenzione di dirigere Promised Land ma i cambiamenti di lavorazione dei progetti a cui era legato come attore (La mia vita è uno zoo, in primis) lo hanno portato ad abbandonare l'idea e a mettere il progetto nelle mani di Gus van Sant, già regista di Will Hunting. Genio ribelle, prima sceneggiatura scritta da Damon a quattro mani con l'amico Ben Affleck. Come nei suoi film precedenti, al cast composto di attori professionisti Gus van Sant ha affiancato dei non professionisti per dare maggiore verosimiglianza alle scene che richiedono la presenza di decine di membri della comunità di McKinley. In accordo con il direttore della fotografia Linus Sandgren, il regista ha altresì deciso che Promised Land fosse caratterizzato da colori tenui e sottotono per ricordare atmosfere da anni Settanta e Ottanta e che i costumi di Juliet Polcsa non sembrassero troppo nuovi o appariscenti per trasmettere le reali condizioni economiche in cui versa la comunità. Prendendo spunto dalle comparse, Gus van Sant ha chiesto anche agli attori principali di indossare in scena alcuni degli abiti che sono soliti portare nella vita di tutti i giorni, in modo da sentirsi un po' più a proprio agio nei panni dei personaggi.
Uno degli elementi ricorrenti in Promised Land è invece l'acqua, preziosa risorsa di vita che non può essere data per scontata in una piccola cittadina che sta tentando di rimanere a galla. In Promised Land, l'acqua è presente in molte scene: dagli stagni delle aziende agricole alla pioggia, passando per i giochi con i tubi dei bambini e le bottiglie che Sue e Steve portano sempre con loro.
Durante i 30 giorni di riprese, Gus van Sant è ricorso spesso a una tecnica che egli stesso attribuisce a Terrence Malick: tra un ciak e l'altro, ha chiesto ai propri attori di girare le stesse scene senza dialoghi, facendoli interagire solo con le espressioni facciali. In questo modo, ognuno avrebbe imparato a pensare come i propri personaggi e a trasmettere emozioni senza ricorrere alle parole. Durante la fase di montaggio finale, alcune di queste "riprese silenziose" sono state inserite nella loro corrispondente "versione parlata" per mostrare al pubblico le reazioni di un personaggio mentre un altro è impegnato a dir qualcosa.
Note
Gus Van Sant conosce la differenza tra tenere ben ferma una storia e metterle le radici: Promised Land è un canto d’appartenenza, un seme che promette la pianta della questione sociale ma poi s’innesta nei vasi linfatici del personale. Pregevole la sceneggiatura firmata da Damon con Krasinski che riesce nell’arduo ritratto di una comunità devota alla terra eppure percorsa dalla tensione delle differenze.
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Commenti (5) vedi tutti
Superba interpretazione di Frances McDormand e Rosemarie DeWitt
leggi la recensione completa di claudio1959Non sopporto i film ambientalisti a tutti i costi, questo si lascia guardare grazie soprattutto al protagonista, ma il finale è odiosamente scontato e prevedibile. Utopia infantile. Voto 6.
commento di ezzo24Un Van Sant poco personale ma non per questo non valido.
leggi la recensione completa di RobocopXIIITema a noi un po' sfuggente, ma un film senz'altro stimolante che sa sorprendere.
commento di moviemanUno dei più bei film visti ultimamente. Un impegno che Van Sant sa come tenere, e che realizza nel miglior modo, sorretto da interpreti magici che non sbagliano nulla, Damon in testa come sempre.
commento di slim spaccabecco