Trama
K (Tommy Lee Jones) e J (Will Smith), gli agenti speciali dell’unità segreta che combatte le invasioni aliene sulla Terra, devono sventare l’ennesima minaccia al nostro pianeta, che questa volta rischia di essere distrutto dal cattivissimo Yaz (Jemaine Clement). La missione a cui sono chiamati coinvolge il passato di K, che rischia di morire da giovane (Josh Brolin) negli anni Sessanta, modificando così irreparabilmente il corso degli eventi. Per impedire la sventurata ipotesi, J torna indietro nel tempo e si ritrova alle prese con con creature extraterrestri tutt'altro che pacifiche.
Approfondimento
AGENTI, ALIENI E... ANDY WARHOL
Mentre i precedenti capitoli, Men in Black e Men in Black II, erano centrati esclusivamente sulle missioni compiute dall'agente J e dall'agente K per distruggere le forze aliene, senza alcun approfondimento sentimentalistico ed emotivo, Men in Black 3 ha il suo nucleo portante nell'origine e nella forza del legame che intercorre tra i due agenti, di cui studia a fondo per la prima volta la psicologia. Per riuscirci, gli sceneggiatori hanno deciso di mandare J e K indietro nel tempo e capire quali siano stati i momenti salienti che hanno forgiato le loro personalità. Nonostante siano compagni di squadra, J e K sanno poco infatti l'uno dell'altro e quest'amara considerazione - che fa da apertura al film - spinge J a seguire l'alieno Yaz nel 1969 per salvare la vita di K e carpirne i segreti, capire per quale motivo è così riservato e scontronso e scoprire con sorpresa come da giovane fosse una persona differente da quella con cui ha a che fare lui. Nonostante il tema trattato, Men in Black 3 non è però un film drammatico e conserva tutti i tratti distintivi del divertimento dei primi due episodi, giocando con gli alieni e le loro caratterizzazioni e lasciando campo libero alla verve di Will Smith, perfetto contraltare dei più seriosi Tommy Lee Jones e Josh Brolin.
La versione inedita e giovane dell'agente K ha il volto di Josh Brolin, scelto dopo aver notato una straordinaria somiglianza tra una foto di un giovane Tommy Lee Jones come guardalinee ad Harvard e una sua foto sul set di Milk. Per mantenere il personaggio coerente, il regista Barry Sonnenfield ha chiesto a Brolin di studiare le due precedenti interpretazioni di Tommy Lee Jones e coglierne le peculiarità, gli eccessi e i difetti, in modo da non snaturare il duo iconico formato con Smith. Per la parte del cattivo di turno - l'alieno Yaz -, la scelta è invece ricaduta sull'attore Jemaine Clement, conosciuto grazie alle serie tv Flight of the Conchords e "costretto" ogni mattina a 4 ore di trucco prima di entrare nei panni del personaggio e a dare vita ad una risata talmente orribile e gutturale che difficilmente passa inosservata. Trasferendo la storia nel 1969, oltre al giovane agente K, è possibile incontrare anche una giovanissima agente Oh, a cui presta il volto Alice Eve (mentre nel presente ha le fattezze di Emma Thompson), e tutto il mondo della cultura pop del periodo, a cominciare da un Andy Warhol incarnato da Bill Hader. La cultura pop, però, non manca neanche nel presente e ad aprire in film, in maniera sgargiante, è Nicole Scherzinger, ex cantante delle Pussycat Dolls, a cui si affiancano come guest star in piccoli camei Lady GaGa, Justin Bieber e Tim Burton.
RETROALIENI A NEW YORK
Bo Welch, art director 4 volte candidato agli Oscar e vincitore per ben 2 volte, ha scelto come luogo della storia la città di New York e, giocando sul suo reale meltin' pot di culture, la trasforma da centro del mondo in fulcro nevralgico di un universo più grande, luogo di sbarco dell'immigrazione aliena. La sfida più interessante per Welch era data dall'utilizzare gli stessi spazi e luoghi per rappresentare due epoche storiche differenti. Per far sì che la New York del 2012 si differenziasse sostanzialmente dalla New York del 1969, Welch ha preteso che ogni angolo usato per le riprese del presente fosse rimodellato meticolosamente in base ad architetture e stili di quegli anni e che ogni cosa presente in scena si ispirasse a un oggetto realmente esistito. A tal scopo hanno contribuito anche il lavoro del supervisore agli effetti speciali Ken Ralston - chiamato a ricostruire anche il lancio dell'Apollo 11 del 16 luglio 1969 - e le ricerche nella Factory di Warhol dello scenografo Doug Harlocker. Tra i lavoro effettuati da Welch si segnala anche la dettagliata ricostruzione del glorioso Shea Stadium e dei suoi spalti.
Parte portante di tutta la saga dei Men in Black sono gli alieni, creati per la terza volta dall'inventiva del premio Oscar Rick Baker. Avvalendosi del semplice trucco o realizzando creature e personaggi attraverso l'animatronic, Baker ha dato vita a oltre un centinaio di divertenti alieni che, prendendo ispirazione dai film fantascientifici degli anni Sessanta, provengono principalmente dal mondo acquatico e mostrano cervelli e vene in primo piano. Naturalmente, anche l'alieno Yaz nasce dalla creatività di Baker che ha costretto l'attore Jemaine Clement a indossare un costume da biker molto tosto e un paio di occhiali quasi affossati nelle orbite degli occhi.
Mentre Baker si è dedicato anche a trasformare Bill Hader in Andy Warhol, la truccatrice Christian Tinsley ha invece provveduto a far sì che Josh Brolin accentuasse la sua somiglianza con Tommy Lee Jones grazie a una protesi nasale risalente agli anni Venti.
MONOCICLI ED ARMI
Dato che nei precedenti episodi le auto con cui si muovono K e J sono sempre state di tendenza, anche per il 1969 i due protagonisti dovevano usare una vettura simbolo e la scelta della produzione è caduta su una Ford Galaxy a due ruote. Non si tratta, però, dell'unico mezzo con cui si muovono i due protagonisti: nella New York del passato usano anche dei monocicli, veicoli a una sola ruota con sedile centrale e movimento giroscopico. Il monociclo è infatti l'unico veicolo che permette loro di tenere il passo con l'alieno Yaz, dotato di un sistema di movimento tutto suo garantito da una speciale bicicletta con il motore di un jet. Altro elemento fondamentale per l'universo dei Men in Black è la miriade di gadget e armi usate nel presente dagli agenti e di cui si è provveduto a realizzare anche dei prototipi particolari del 1969. È il caso ad esempio del neutralizzatore cancella memoria, maneggevole e perfetto nel 2012 e di proporzioni pari ad una stanza intera e altamente instabile nel passato. L'arma più fantasiosa è di certo l'orribile creatura spara aculei nelle mani di Yaz, una specie di donnola creata in tandem da Ralston e Baker.
Note
Si poteva probabilmente fare qualcosa di più con l’ambientazione del 1969, che regala però una folgorante battuta su Mick Jagger e un’irresistibile scena alla Factory di Andy Warhol. C’è poi ovviamente il 3D, che sbalordisce nella vertiginosa sequenza del salto nel tempo. Nonostante la parte retrò, il film si conferma fedele allo spirito della serie e delizierà i fan non tanto con le scene d’azione eccessiva, quanto per il cozzare dell’inesauribile loquacità dell’agente J contro la silenziosa serietà dell’agente K.
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
Abuso di viaggio nel tempo... se fosse così facile... Interessante, ma troppo sbilanciato sul sentimentalismo. Cattivo alla fine davvero poco cattivo nei momenti essenziali. 5 più o meno
commento di BradyCarino voto 6 non ho visto ne il primo e secondo
commento di eros7378Ho sempre amato men in black, ma questo 3th capitolo lo trovato noioso, bello solo la parte finale, con lo scontro contro Boris, e la parte dove Agente J scopre chi era il padre
commento di iiuma8288Personalmente l'ho trovato molto meglio e del mediocre secondo capitolo. Divertente, con alcune battute azzecate, ritmo coinvolgente e ottimi effetti speciali. La colonna sonora di Danny Elfman si sente che l'ha composta lui.
commento di XANDER