Regia di Olatunde Osunsanmi vedi scheda film
Premesso che non andrei mai da una psicologa come quella che nel film spacciano per quella reale cui si ispira l’intera storia, anticipo subito che il film è piuttosto complesso, difficilmente può essere seguito, capito e soprattutto apprezzato se non si hanno conoscenze anche minime di ufologia e storia antica. Il film è volutamente ambiguo, si spaccia per documentaristico, come volesse solo mostrare i fatti come sono pervenuti agli autori, ma in realtà fornisce un valore aggiunto interpretativo, anche se lo si coglie solo alla fine seguendolo attentamente, perché i dialoghi dei protagonisti finalizzati a tale scopo sono dosati col contagocce. Ancora quasi a fine film sono lì che se la menano con il “gufo” che molti pazienti della psicologa vedono durante la notte ed associano ai loro traumi notturni ed esistenziali, e lo si capisce subito che non è un gufo, ma sembra che non si voglia andare oltre … ma poi si va oltre, eccome, con sequenze da far accapponare la pelle. Più che abduction (avvengono anche questi) parrebbe trattarsi di condizionamenti e “maltrattamenti” alieni quasi permanenti su molte persone abitanti in questa cittadina dell’Alaska il cui nome è inventato, ma si suppone sia una delle cinque che oltre alla capitale supera i diecimila abitanti. Sempre per supposizione (fondata) si capisce che i rapitori devono essere gli Annunaki, perché parlano sumero, che sono stati interpretati storicamente e teologicamente come dei, ma molti autori anche autorevoli considerano alieni che hanno civilizzato la terra e “creato” la prima civiltà di cui abbiamo traccia, quella sumero-accadica, la prima dotata di scrittura.
Il comportamento degli alieni descritti nel film parrebbe da psicopatici sadici con delirio di onnipotenza (minacciano, rapiscono, torturano, si spacciano per Dio, ecc.), in realtà per coloro che conoscono le antiche scritture, a partire dai sumero accadici, ma anche assiro babilonesi, Antico Testamento (che ha attinto alla grande dai primi citati), ecc., è un comportamento normale per gli Annunaki, o per i loro “colleghi” Elohim, o Theoi, o Asi, o Devi, ecc., in ogni parte della terra sono descritti allo stesso modo: non erano amorevoli, per usare un eufemismo, trattavano gli esseri umani come schiavi, sudditi o vittime sacrificali. Nel film parrebbe siano addirittura loro a “possedere” i corpi delle persone prese di mira, quello che nelle religioni cristiano cattoliche si attribuisce ai demoni e si rimedia ricorrendo agli esorcismi, e li controllano sadicamente fino a provocare loro gravissimi traumi fisici oltre che psicologici, soprattutto quando sottoponendosi ad ipnosi rischiano di ricordare e rivelare troppo … Il possesso cui mi riferisco in questo ambito non avviene per ”incarnazione diretta”, come si presume avvenga nella demonologia, ma probabilmente ricorrendo a qualche arma neurologica che prende possesso del corpo e lo strazia a piacimento, forse tramite gli inneschi che vengono impiantati in quasi tutte le loro vittime. Decisamente nessuno dei professionisti che nel film figurano occuparsi di questi eventi è all’altezza della situazione, difficile esserlo ma loro proprio non lo sono perché privi del benché minimo background necessario per affrontare simili esperienze, meno che mai la psicologa ed il suo mentore, uno che si atteggia da scienziato pieno di pregiudizi e chiusure mentali convenienti per mantenere la sua carriera nei binari dell’ortodossia. Meno che mai lo sceriffo che per salvare le apparenze e simulare di avere la situazione sotto controllo si atteggia da duro ma in realtà è spaventato e non sa cosa fare, negando l’evidenza e rischiando di provocare ulteriori danni. Gli autori sembrerebbero volersi limitare solo ad un complesso esaustivo atto di denuncia degli eventi senza alcun valore aggiunto, ma in realtà pur non pronunciando mai nel film i precisi riferimenti che invece io vi ho indicato, forniscono gli strumenti culturali per un’interpretazione, la cui conclusione potrebbe essere questa: gli alieni non solo sono tra noi, ma lo sono sempre stati, e "giocano" con noi come il gatto col topo.
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