Regia di Chris Weitz vedi scheda film
Twilight sulle copertine, Twilight negli articoli, Twilight sulla passerella dei festival, Twilight sulle magliette, sui cappellini, sulle tazze, Twilight nell'immaginario collettivo, Twilight negli emisferi cerebrali di quasi tutti gli adolescenti e persino nei saggi critici. Eppure quanto è insopportabile e pedante la nuova moda adolescenziale che ha vampirizzato metà della gioventù del globo, e quanto è poco utile scervellarsi sulle cause del fenomeno, furbo e ben congegnato nell’esprimere i disagi e le inquietudini di questa età di mezzo con i suoi amori totalizzanti, il suo istinto di morte, le sue incertezze e tentazioni: già, ma come li esprime? Schierando una protagonista incolore, masochista e priva di personalità, vampiri grottescamente vamp e stilosi, licantropi che sembrano fotomodelli perennemente a torso nudo, ralenti improponibili e ridicoli, e battute da gretta telenovela (e persino pretenziose fino all’inverosimile: come quando l’amica di Bella critica gli horror “che si compiacciono della loro intelligenza autoreferenziale”, probabile e inaudito riferimento a Romero); il tutto annegato nella pochezza di una trama fotoromanzesca, scadente sia nell’ambito 'vampiresco' (i vampiri glitterati alla luce sono proprio trash, purché siano un male minore) che in quello contenutistico (a partire da quell’amore tanto enfatizzato, annullante, da risultare malato). Insomma: parlando di infatuazioni mondiali, ridateci Harry Potter!
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