Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Soderberg prosegue prolifico e versatile il suo sfaccettato percorso cinematografico, questa volta con un'opera piccola e introspettiva incentrata su alcune giornate di una escort di lusso, sulle tappe e l'organizzazione della sua "carriera" in ascesa, aiutata da un fisico non comune, ma anche minacciata da insicurezze, da una spietata concorrenza che non lascia scampo, da una tristezza di fondo che non viene ripagata mai completamente neanche dagli ingenti introiti di questo commercio di corpo ed anima.
Seguiamo la ragazza mentre organizza incontri, valuta proposte, cerca di proporsi piu' incisivamente mediante siti ed inserzioni che le assicurino una visibilita' piu' immediata e su larga scala, e poi pure valutare proposte allettanti ma non prive di incognite che la allontanino dalla sua dimora, dal suo uomo, un personal trainer che come lei deve al suo fisico prorompente e scolpito la principale ragione di sostentamento e di successo nei confronti dei terzi; di un mondo circostante che cerca in loro la perfezione in cui non si riconosce ancora o in cui non si riconoscera' mai.
Esteriorita', apparenza, perfezione. Ma poi oltre a tutto cio' cosa rimane? Forse un senso di insoddisfazione e di inadeguatezza, una sensazione di inappagata frustrante incompletezza che ti fa sentire sporco e usato, logoro e abusato.
Soderberg racconta, rappresenta, esplicita stati d'animo sempre in modo piuttosto asciutto e quasi asettico, come se le emozioni stentassero ad emergere, come se l'indifferenza rendesse ancor piu' dolorosa questa presa di coscienza della effimera provvisorieta' del successo di ognuno di noi, un lampo forse anche potente, ma che puo' svanire di colpo da un momento all'altro immergendoti in un buio fitto in cui si torna, dopo esser stati spremuti ed utilizzati a dovere, nella massa incognita, grigia e senza distinzione.
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