Dito Montiel, di professione scrittore, riceve una telefonata della madre che lo richiama improvvisamente a casa. Qui dovrà affrontare il rapporto conflittuale con il padre malato, la sofferta storia d'amore con Laurie e soprattutto i fantasmi dell'estate dell'86, quando scorrazzava per le vie del quartiere con gli amici Antonio, Giuseppe e Nerf.
Note
Montiel narra con sincero pudore una storia che gli appartiene e lo fa con una forza inusuale, lontana dal "canone" narrativo dilagante anche nel cinema indipendente americano. Il linguaggio è diretto - condito da un'interminabile sequela di "fuck" - e la sincerità appare, per una volta, mai artefatta.
Una confessione quasi catartica, che non (si) fa sconti, anzi prova a fare i conti con lucidità con il proprio passato, le proprie scelte, i propri fantasmi, ma anche con i propri santi (quelli da cui da adolescente Dito è scappato), riconoscendo con umiltà che "Ho abbandonato tutto e tutti, ma nessuno, mai nessuno, ha abbandonato me."
Ho visto il film per una mezzora poi sfinito dai beceri dialoghi zeppi di parolacce gratuite usate come punteggiatura ho deciso di cambiare programma. Pertanto il mio voto si riferisce alla prima mezzora.
decisamente soppravvalutato. non aggiunge nulla di nuovo a vecchi film del genere fatti molto meglio. la regia è artificiosa, la camera a mano abusata.
Quando il tuo paese, la tua casa, la tua famiglia e i tuoi amici sono la trappola che ti strozza e ti strappa la possibilità di un futuro migliore, l'unica cosa che puoi fare è lasciarti tutto alle spalle. Scappare. Consapevole che probabilmente la fuga ti costerà una parte del te e della tua vita. Dito-interpretato dall'ottimo LaBeouf e da Robert D. in età… leggi tutto
Tra Spike Lee (in abbondanza), M.Scorsese (non da meno) e De Niro (Bronx), prova a farsi strada D.Montiel; con un risultato discutibile.
Vorrebbe commuovere la dichiarazione d’intenti; autenticamente personale, intima; il regista, sceneggiatore, protagonista del film, fulcro di tutta la storia, si mette a nudo. Così, nella sua ruvidezza estrema e genuina, la storia mostra tutti i… leggi tutto
Dito Montiel dirige la sua opera prima dall'omonimo libro scritto da lui Guida per riconoscere i tuoi santi. Megalomania? Forse... La storia, autobiografica, è ambientata nel 1986 nel Queens, quartiere povero e ghettizzato di Manhattan.
La storia di un ragazzo, della sua adolescenza, gli amici, la famiglia, i primi emori e le prime lotte, in un contesto visto già tante e tante e tante volte.… leggi tutto
Tra Spike Lee (in abbondanza), M.Scorsese (non da meno) e De Niro (Bronx), prova a farsi strada D.Montiel; con un risultato discutibile.
Vorrebbe commuovere la dichiarazione d’intenti; autenticamente personale, intima; il regista, sceneggiatore, protagonista del film, fulcro di tutta la storia, si mette a nudo. Così, nella sua ruvidezza estrema e genuina, la storia mostra tutti i…
Il film si capisce pienamente quando arrivi al primo titolo di coda e leggi che nome e cognome del regista coincidono con quelli del protagonista. Un film 100% autobiografico, quindi; la storia della vita di questo signore - di cui non saprei dirvi altro se non quanto visto nel film - limitatamente alle sue esperienze in questo quartieraccio di New York, in cui è cresciuto ragazzo e torna…
Questo tale, Dito Montiel, cresce nel Queens, a New York, un quartiere ai suoi tempi parecchio malmesso. Cresce in strada, cogli amici, le amiche, la gente del posto, i nemici del posto. Tutta storia vera. Poi scappa, va in California, scrive il libro della sua vita, forse per qualche rimorso, ma, non contento, scrive anche la sceneggiatura di questo film e lo dirige pure. E pure bene! Si…
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Commenti (7) vedi tutti
Una confessione quasi catartica, che non (si) fa sconti, anzi prova a fare i conti con lucidità con il proprio passato, le proprie scelte, i propri fantasmi, ma anche con i propri santi (quelli da cui da adolescente Dito è scappato), riconoscendo con umiltà che "Ho abbandonato tutto e tutti, ma nessuno, mai nessuno, ha abbandonato me."
commento di degoffroPiuttosto inguardabile. Storia penosa e penoso alla visione. Voto 2-
commento di BradyHo visto il film per una mezzora poi sfinito dai beceri dialoghi zeppi di parolacce gratuite usate come punteggiatura ho deciso di cambiare programma. Pertanto il mio voto si riferisce alla prima mezzora.
commento di UgoCatoneVoto 7!
commento di Mr Blonde7/10
commento di alex77decisamente soppravvalutato. non aggiunge nulla di nuovo a vecchi film del genere fatti molto meglio. la regia è artificiosa, la camera a mano abusata.
commento di nicaNon è fatto male ma la storia,anche se stavolta è vera,è troppo già sentita e non mi ha mai coinvolto veramente
commento di vis