Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Sorrentino è forse l’unico regista italiano a possedere l’occhio artistico e lo sviluppa attraverso le immagini che cattura con la sua cinepresa. Anche qui, alle origini, in questa sua seconda opera, ricalca la fotografia d’impatto che emoziona più degli sguardi riflessi e spenti di Titta Di Girolamo, quel Toni Servillo che, diciamolo, ha scoperto Paolo e come lui nessun altro riesce a dirigere, per quanto il suddetto sia già bravo di suo, che esiste senza vivere, aspettando la resa dei conti che arriva quando l’amore ritorna a fare capolino in un cuore muto e pulsante come la musica che anima i suoi gesti di rimedio. "Non sottovalutare le conseguenze dell’amore" scrive Titta su un anonimo biglietto bianco, come a volersi difendere da un sentimento che, quando si manifesta, ha già provocato i “danni” che si temono. Caldo, intimo e coscienzioso, questo film del regista napoletano, è piacevole anche nelle sbavature imperfette dei tempi morti che sono pochi e gustosi. E’ semplicemente bello.
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