Trama
Nelle vesti di un vecchio capitano, un attore racconta la storia di una celebre donna pirata: la vedova Ching, che per vendicare l'uccisione a tradimento del marito convince le sue ciurme a rifiutare qualsiasi altra offerta e a dedicarsi ad abbordaggi e saccheggi. La vedova non teme nessuno e assalta persino le navi sotto protezione imperiale, tanto che il governo dei Generali ordina al supremo ammiraglio Kwo-lang di eliminare l'oltraggiosa piratessa...
Note
Un film intessuto di rispetto e di tenerezza: rispetto per un'iconografia insolita (perché, sotto sotto, i sentimenti restano quelli di sempre: amore e guerra, sopraffazione e ribellione, desiderio di vendetta e bisogno di pace), alla quale Olmi si avvicina con incuriosita meraviglia, e per una tempra di donna alla quale si inchinano anche il vecchio corsaro e l'imperatore; tenerezza per personaggi che sembrano provenire dall'infanzia dell'umanità, con le loro cadenze omeriche e salgariane. E inaspettatamente per Olmi, pure la sensualità trova un suo spazio: nel nudo perfetto dell'attrice che interpreta la piratessa Mary Li, ma anche nei sogni, nei gesti e nel corpo della vedova, nella femminile eleganza con cui combatte, comanda e cede alle proposte di pace dell'imperatore. Come se Olmi tornasse all'infanzia, scoprisse il corpo femminile e, con esso, le possibilità di quiete e di riposo. Qualcosa che correva già tra le pieghe di _Il mestiere delle armi_, ma che veniva sopraffatto dalla ragion di stato e dalla disillusione maschile.
Trailer
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Commenti (13) vedi tutti
No, dai, con tutto l'amore (ed è quasi smisurato) che ho per Olmi... qui mi stavo addormentando! Peccato, perché visivamente si avvicina alla perfezione. Ma le sole immagini, per quanto bellissime, non bastano a risollevare il film da una noia mortale.
commento di la criticonaUna poesia raccontata attraverso l'interpretazione "teatrale" e la realtà. Una pellicola in cui si intrecciano i vari sentimenti, partendo dall'amore, passando per la vendetta e arrivando al perdono. Fotografia eccellente. www.lanoifilm.com
commento di MondoMarciooriginale, soprattutto per lo stile, e decisamente insolito, soprattutto se paragonato all'attuale modo di fare cinema. ma forse è proprio questo uno dei motivi per i quali lo si apprezza facilmente, per la sua poeticità e la sua originalità.
commento di carpaBelle atmosfere e bella fotografia. Favola, poesia, mito e leggenda della tradizione cinese mescolate con grande abilità. e trasmette un messaggio positivo: credere nella forza della perdono e nell'importanza della pace.
commento di screamStupendo, di una eleganza, di una nobiltà e di una poesia esemplari. Grandi interpreti e perfetta colonna sonora. 9
commento di kotrabma di ke kakkio parla???!!! sinceramente non l ho capito. cmq è di una monotonia…
commento di cilieginaErmanno Olmi questa volta non ce la fa è un vero peccato le premesse c'erano ma non riescono a dare continuità ad un film difficile buona la interpretazione degli attori protagonisti
commento di faromagicoVOTO : 6 Stilisticamente parlando si avvicina alla perfezione purtroppo manca il ritmo e la storia sembra afine a se stessa e finisce in maniera noiosa.
commento di supadanynon so…in alcuni passaggi mi ricorda greenway..grande comunque olmi , sempre attento al "particolare" esponendolo im maniera lucida e perfetta:)
commento di siouxieEccessivo. Fatto con molti ottimi ingredienti, attori, scenografia, trama, costumi, ma il risultato è un film comunque stancante. Da ricordare la ricostruzione, davvero splendida, in particolare delle scene navali, ma non è abbastanza.
commento di gianbersPoetico e sensuale. L'ennesima grande prova di un grande maestro del cinema.
commento di maro66Cannoneggiante pasticcio piratesco in salsa orientale. Ampolloso, soffocante, tedioso, deprimente. In una parola, masochisticamente (an)estetizzante. Scult!
commento di dottor piumaun film complesso nella sua costruzione, ma nello stesso tempo splendido e affascinante. Un film che attraverso la storia di una piratessa della Cina degli imperatori parla della nostra triste epoca contemporanea.
commento di florentia viola