Nella tranquilla Portland la vita scorre monotona. In un giorno uguale a qualsiasi altro, nel locale liceo gli allievi si dedicano alle solite attività, ma la tragedia incombe...
Note
Van Sant gira con i veri studenti, facendo coincidere la cronologia delle riprese e il tempo del film, e modificando progressivamente il copione. La vita quotidiana, i dialoghi banali, la routine: per la prima ora non accade nulla, la stessa mattinata è raccontata da differenti punti di vista e con lunghi piani-sequenza. Poi, l'esplosione di follia. Ma talmente coerente col mondo mostrato, che a quel punto i ragazzi stragisti potrebbero essere quasi tutti: l'occhialuta bibliotecaria, quello col padre alcolista, le tre ochette amorali, il pianista incuriosito dai nazi. Non si fraintenda: Van Sant non è un nichilista, amerebbe i suoi protagonisti col trasporto di un Pasolini, e perciò ne vede doppiamente l'orrore. Il suo sguardo gelido è la cosa più dolorosa e appassionante di un film che rifiuta ogni spiegazione socio-psicologica (tranne un paio di accenni all'habitat e all'omosessualità repressa, che sono infatti le uniche piccole "stecche"), perché sa che ciò che il cinema deve e può dare è la visione di un mondo, è far sentire il gelo fino all'insopportabile, restituirci i tempi, i ritmi, i segni. Mostrarci l'elefante che sta sotto gli occhi di tutti e che nessuno vuol vedere (è questo il senso del titolo), senza per forza dirci: ecco l'elefante. Giustamente premiato a Cannes (miglior film e miglior regia: quest'ultima sul filo del virtuosismo, ma mai gratuita), _Elephant_ ha la giusta distanza dalle cose e ridà un senso al concetto di cinema americano indipendente. Non a caso, è stato realizzato fuori da ogni major, per la Tv via cavo.
Il capolavoro di Gus Van Sant: riflessione di sconvolgente autenticità sulla violenza che nasce dalla vacuità del quotidiano, Elephant è un sublime esempio di cinema puro, in cui a un'asciuttezza stilistica che sfiora l'astrazione corrispondono una complessità tematica e una profondità concettuale che lasciano senza fiato. Voto 9
Capolavoro di Gus Van Sant. Una generazione di zombie che vagano nel nulla...e se questo nulla viene spezzato in una giornata d'autunno...viene spezzato dalla morte.
Va beh…i giovani autori di questi fatti di sangue saranno anche decerebrati ma questo film non dice assolutamente nulla, sembra diretto da uno di loro.
Geniale grazie al maestro Gus Van Sant. Una regia impeccabile riprende una storia da diversi punti di vista. Ok che ne perde il ritmo, abbastanza lento, ma con un tocco di maestria che rende il tutto fantastico. www.lanoifilm.com
sinceramente non ci ho trovato niente di trascendentale. anzi, il modo in cui van sant ha deciso di girarlo mi ha irritato parecchio. l'ho trovato inefficace ed estremamente noioso.
Dopo un`ora di film non vedi l`'ora che incomincino ad ammazzare quei ragazzi, li cominci veramente ad odiare tutti e non ne puoi più! la strage è stata una liberazione, e il finale.."uh?". noiosissimo
Secco, sfugge al documentarismo e alla sociologia spicciola, diventa cinematografico, forse troppo. Un film intelligente per un pubblico intelligente. Il rischio dello snobismo è però dietro l'angolo
bello ad iniziare dai titoli di testa. Anche questo film come quello precedente di Gus Van Sant (Gerry) si basa molto sui silenzi, sulle cose non dette lasciando libero spazio allo spettatore
La prima inquadratura è un cielo azzurro, con il passaggio di alcune nuvole....
Una macchina guida in maniera discontinua, al volante c'è un uomo ubriaco, il figlio seduto accanto lo fa scendere e prende il suo posto alla guida...arriva fino a scuola ed entra in quella che sarà l'ultima mattinata di normale studio per la Columbine School.
Il film… leggi tutto
Pellicola ad alto coefficiente di difficoltà critica, "Elephant" riesce, a prima vista, ad affrontare lo spinosissimo tema della carneficina scolastica evitando assai bene le trappole dello psicologismo spicciolo e dell'introspezione didascalica. Tuttavia, a ben vedere, Gus Van Sant non fa altro che spostare i tempi e i luoghi dell'interpretazione e del giudizio, disseminandoli e dilazionandoli… leggi tutto
Elephant non commuove, non destabilizza, non coinvolge e non sconvolge. È noioso, asettico e pretenzioso, come quasi tutti i film che vincono a Cannes.
Sì, ci sono alcuni bei momenti e alcune belle inquadrature, di quelle perfette per i trenta secondi di un trailer accattivante ma niente di più. Il film, nel suo insieme, è veramente difficile da mandare giù.
Non se ne può più dei… leggi tutto
Il cinema ha esplorato la scuola rivelandone le complesse dinamiche sociali e culturali attraverso diverse prospettive. Tre film affrontano l’argomento… segue
Manifesto del cinema indipendente dei primi anni 2000, matematico nelle suggestioni autoriali, delicato e audacemente unico nel suo disciogliersi fra le piaghe della monotonia adolescenziale. Un esercizio di stile? Sì, ma anche un implacabile racconto visivo in bilico tra quiete e delirio. Una tragedia annunciata in tutta la sua gelida, triste e crudele amoralità.
"I'll give you my gun when you pry (or take) it from my cold, dead hands."
“Guns” è un mini-saggio lampo, un instant essay, di un’intelligenza, ponderatezza, buon senso, ragionevolezza…
Gus Van Sant va alla ricerca dell'orrore sopito, conosciuto ma invisibile agli occhi, nascosto nella banalità del quotidiano. Così, pur ispirandosi al massacro della Columbine High School del 1999, l'autore si disinteressa della caratterizzazione dei luoghi e dei personaggi, preferendo rendere allo spettatore la ripetitività di un giorno normale, grazie a lunghe sequenze che…
Rigoroso, intransigente, per nulla accomodante, questo "Elephant" appartiene al Van Sant più sperimentale e di nicchia, non certo alla sua produzione mainstream in cui ha riscosso notevoli successi commerciali come "Good Will Hunting". E' una storia di malessere giovanile che sfocia nella follia omicida, ispirata alla strage di Columbine del 99, in cui il regista semina molti indizi senza…
Tutti i bambini, tranne uno.
Una villetta come tante e, al suo interno, un tavolo da pranzo che prospettica metafora ha reso più lungo di quanto dovrebbe essere. E nulla a rimedio, niente. Persino…
La follia assoluta, espediente narrativo che ci disturba ma al tempo stesso ci affascina perché rifugge la logica cartesiana della normalità delle nostre grigie esistenze, si può esplicare in…
La “Trilogia della morte” del regista statunitense Gus Van Sant segna il ritorno di quest’ultimo a quel particolare tipo di cinema sperimentale e indipendente che aveva accantonato dopo il successo di Will Hunting, con cui si era fatto un nome ad Hollywood. Gerry, Elephant e Last Days. Sono questi i testi che vanno a formare il trittico di GVS. Con particolare attenzione ad…
Teen-movies, quanti ne abbiamo visti! Molti associano il tema esclusivamente alle goliardate un po’ screw del genere American Pie, su cui non ho intenzione in questa sede di esprimere alcun giudizio. Esiste in…
Se dovessi indicare un tratto iconico di Elephant, la mia scelta cadrebbe non tanto sul finale movimentato a colpi di fucile, quanto sugli interminabili long take che (in)seguono gli studenti nei corridoi di questa high school americana dove il film ha interamente luogo. La storia del cinema thriller è piena di criminali che sparano e di vittime che muoiono; ma questo non è un…
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Commenti (30) vedi tutti
Il capolavoro di Gus Van Sant: riflessione di sconvolgente autenticità sulla violenza che nasce dalla vacuità del quotidiano, Elephant è un sublime esempio di cinema puro, in cui a un'asciuttezza stilistica che sfiora l'astrazione corrispondono una complessità tematica e una profondità concettuale che lasciano senza fiato. Voto 9
commento di rickdeckardCronaca di ordinaria follia. Non basta distruggere tutte le armi quando è l'uomo stesso l'arma più pericolosa. 7
commento di BradyAnalisi comparata dei tre testi sperimentali di Gus Van Sant, Gerry, Elephant e Last Days, sulla base dei test più importanti sull'analisi del film.
leggi la recensione completa di clockworkcinemaFilm che riesce a stordire i sensi e a catturare l'attenzione più coi suoi silenzi, paradossalmente, che con il suo comparto thriller/crime.
leggi la recensione completa di giansnow89Un capolavoro sotto tutti i punti di vista.. ma è difficile guardarlo due volte. Una pugnalata.
commento di JohncoffeeCapolavoro di Gus Van Sant. Una generazione di zombie che vagano nel nulla...e se questo nulla viene spezzato in una giornata d'autunno...viene spezzato dalla morte.
leggi la recensione completa di Vinny87Film tipo; Si tu non lo guardi sei fuori moda. Per i amanti del voyeurismo. Molto meglio e appropiato invece è il documentario di Michael Moore.
commento di Nobre9,5
commento di Lance VanceVoto 7/8 NeoBressoniano
commento di luca826Semplicemente eccezionale, rigoroso, sconvolgente, fluido e insinuante. 8 1/2
commento di kotrabSemplice e diretto ma anche troppo semplice e troppo diretto.
commento di sonicyouthVa beh…i giovani autori di questi fatti di sangue saranno anche decerebrati ma questo film non dice assolutamente nulla, sembra diretto da uno di loro.
commento di Tex MurphyNon mi è piaciuto affatto questo film.. Troppa violenza.. E' vero che purtroppo è una realtà il fatto forse è veramente accaduto, ma è esagerato..
commento di Fraila82Geniale grazie al maestro Gus Van Sant. Una regia impeccabile riprende una storia da diversi punti di vista. Ok che ne perde il ritmo, abbastanza lento, ma con un tocco di maestria che rende il tutto fantastico. www.lanoifilm.com
commento di MondoMarcioE'come vedere una muscolatura di Shakespeare con gli occhi di Wharol.Agghiacciante.
commento di fedeico winsletTroppo lento per un film che deve far riflettere sulla violenza nelle scuole americane. Per di più il film non ha un finale
commento di XANDERsinceramente non ci ho trovato niente di trascendentale. anzi, il modo in cui van sant ha deciso di girarlo mi ha irritato parecchio. l'ho trovato inefficace ed estremamente noioso.
commento di carpaVOTO 6 un po noiosa la prima parte
commento di arcarsenalFilm autoriale ed originale. Bello e necessario. Attori funzionali, regia perfetta. Da vedere e mandare a memoria.
commento di CERAUNAVOLTA8
commento di incallitoEhmbe’? Tutto qui??
commento di moviemanDuro e preciso,colpisce allo stomaco con insolita freddezza.Certo non piacerà a tutti ma la regia e gli attori valgono la pena…
commento di gene55E' piacevole, ma non sono riuscito a capire se è pretenzioso o no. Comunque a mio avviso ha diverse pecche e semplicismi.
commento di TotoroDopo un`ora di film non vedi l`'ora che incomincino ad ammazzare quei ragazzi, li cominci veramente ad odiare tutti e non ne puoi più! la strage è stata una liberazione, e il finale.."uh?". noiosissimo
commento di carrie-anneelephant voto 4+ questo film è una noia mortale come far sembrare 80 minuti in un'eternità!!!! non cè niente da raccontare!!!!
commento di polSecco, sfugge al documentarismo e alla sociologia spicciola, diventa cinematografico, forse troppo. Un film intelligente per un pubblico intelligente. Il rischio dello snobismo è però dietro l'angolo
commento di silent bobINESPRESSIVO ED INFAUSTO TENTATIVO DI NARRAZIONE SUL DISAGIO GIOVANILE. NON RAPISCE NE' LO SPETTATORE NE' (CREDIAMO) IL CINEMA ITALIANO…
commento di Teo74Ben curata la ripresa che si concentra sui personaggi. Palma d'oro meritata
commento di LESTATUna bellissima esperienza. Ho scritto una recensione su www.cafevalladon.it (Spammo su FilmTv.it perché stimo il vostro sito! :-))
commento di Lilybertbello ad iniziare dai titoli di testa. Anche questo film come quello precedente di Gus Van Sant (Gerry) si basa molto sui silenzi, sulle cose non dette lasciando libero spazio allo spettatore
commento di peter pan