Regia di Julie Taymor vedi scheda film
Biopic Hollywood Style con improvvise e impressionanti aperture di ferocia. “Frida” è due film: quello, purtroppo breve, fatto solo di sprazzi ed emozioni, di Julie Taymor, e quello, che vorrebbe essere sontuoso ma è solo pomposo e improbabile, targato Miramax e, forse, Salma Hayek: probabilmente questo film non aggiungerà molte frecce all’arco della sua popolarità. Lungo, dettagliato, minuzioso nella rievocazione dei quadri della pittrice messicana, molto - troppo - parlato, si trascina abbastanza penosamente. Alcuni dialoghi sono al limite del ridicolo. L’apparizione di Trotsky e la sua avventura con Frida puro kitsch. E poi, ogni tanto, riappare la violenza barbara e sofferta che caratterizzava il “Titus” diretto da Julie Taymor: il momento dell’incidente in autobus che segna il fisico di Frida per tutta la vita che si trasforma, sul letto dell’operazione, in un agghiacciante balletto di scheletri; il viaggio a New York di Frida con il marito Diego Rivera, che appare tra i grattacieli disegnati come King Kong. Sono piccoli colpi di genio (realizzati dai fratelli Quay), e altrettanti colpi al cuore, che fanno rimpiangere il film che non c’è.
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