Bravo Guadagnino, hai imparato perfettamente la lezione wachowskiana di "Speed Racer": dal montaggio ipercinetico nel seguire i corpi sportivi in perenne tensione (letteralmente orgasmico il finale della pellicola) suddiviso su più piani temporali "flashback" al finale estatico, che chiude perfettamente e geometricamente (tranquilli, il triangolo amoroso non è assolutamente euclideo) un affresco umano stratificato - come gli anelli di una cipolla che richiama pure la struttura "mementiana" del film - e contraddittorio innervato su una superficie da biopic sportivo in realtà di pura finzione, ma che paradossalmente riscrive il genere, come l'anno scorso Nolan ha riscritto il genere biografico-storico con "Oppenheimer".

Challengers (2024): Luca Guadagnino
Che dire poi di Zendaya così tanto odiata dai cinefiletti? Semplicemente stratosferica nel suo essere una femme fatal che incarna il ruolo di madre, matrigna, maestra e mastermind nel manipolare i suoi due "bianchi" che, però, forse con quell'abbraccio fraterno finale hanno spezzato finalmente quel malefico sortilegio che li ha portati, per assurdo, a giocare a tennis come se fosse una relazione, realizzando così finalmente il sogno del vertice più forte del triangolo (lo ribadisco ancora: nessuna geometria euclidea viene tirata in ballo, tranquilli). Gli allievi quindi hanno superato la maestra? Ai posteri l'eros dell'interpretazione.

Challengers (2024): Zendaya
Quel che è certo, è che Guadagnino si riconferma essere uno dei migliori registi italiani contemporanei. Purtroppo emigrato all'estero, ma forse è meglio così se son questi i risultati lavorando con queste ottime maestranze: da una superlativa Zendaya finalmente "adulta" (ottima scelta quella di Guadagnino che ha visto "Euphoria", inutile che lo neghi, Sam Levinson emerge in certi punti della pellicola) al magnifico duetto di co-protagonisti formato da Mike Faist e Josh O'Connor, passando poi per il fantastico esordio come sceneggiatore di Justin Kuritzkes, fino ai leggendari Trent Reznor e Atticus Ross, che in "Challengers" regalano una delle loro migliori colonne di sempre (la sto ascoltando in loop a tutto volume in questo momento).

Challengers (2024): Mike Faist, Zendaya

Challengers (2024): Josh O'Connor, Zendaya
Insomma, l'ultimo film di Luca Guadagnino da potenziale cagatona si è rivelato uno dei migliori film dell'anno, che con quel finale estatico mi ha fatto davvero godere, come alla fine succede al trio che forse sarà pronto a ricominciare a vivere. O forse vivere sta semplicemente nell'attesa del piacere stesso. Masterpiece epocale? Vedremo, ad oggi il miglior film di Guadagnino per me, che già ci aveva insegnato come inquadrare al meglio i corpi con "Chiamami col tuo nome", qui più che mai importanti ai fini del racconto, in cui le parole mentono ma le immagini no. La vita alla fine è una partita di tennis. E il tennis è una relazione. "Match point" è fiero di "Challengers", che riporta il tennis centrale all'interno del dibattito cinefilo e cinematografico.

Challengers (2024): Mike Faist, Zendaya, Josh O'Connor
Correte in sala a vedere questo filmone, il nostro Guadagnino (inter)nazionale merita di incassare, sennò a furia di flop rischia veramente di non lavorare più per sempre. Eh no, non è solo un film sul tennis. "I, Tonya" insegna (W MCKENNA GRACE), ma qui siamo ad un livello superiore, qui veramente viene totalmente riscritto un intero genere.
W il Cinema, W Zendaya, W Euphoria, W Sam Levinson, W Disney Channel. Ora finalmente abbiamo una nuova diva.
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Grazie, bel commento...mi hai rincuorato ( devo ancora vederlo) visto che ci sono utenti che hanno dato mezza stella......
Grazie a te per aver letto ;)
Mezza stella la do soltanto ai cinepanettoni, non a questo film che si merita minimo 3.5 stelle perché di cose da dire ne ha e le dice pure molto bene. Vai in sala tranquillo e lasciati guidare dal magnifico cinema di Luca Guadagnino, il miglior regista italiano contemporaneo insieme a Sorrentino e Garrone.
Infine tornasti a scrivere... di tennis. Più Rino Tommasi o Gianni Clerici?
:-D
Non conosco nessuno dei due quindi non saprei risponderti XD
Forse la peggiore recensione che abbia mai scritto perché è più un commento non-recensione del film, ma mi ha talmente esaltato Guadagnino che non potevo non esprimere un parere di getto dopo lunghi mesi di assenza dalla tastiera.
Sono stati i più autorevoli telecronisti e opinionisti in ambito tennistico. Tommasi era innamorato dei numeri e delle statistiche mentre Clerici era un vero e proprio romanziere.
:-)
Allora forse sono più come Clerici XD ma da qui a definirmi romanziere ce ne passa, sicuramente la prosa mi piace più della poesia, questo posso dirlo ;D
Se questo film non parla di sport, come leggo da più parti, allora neanche Toro Scatenato parla di sport...
Ma infatti questo film accontenta un po' tutti, anche se forse le tematiche trattate potrebbero disturbare il pubblico più politicamente corretto, che a quanto pare è già stato triggerato anche qui su filmtv. Ed è bello vedere il tennis risaltato quanto il pugilato, quest'ultimo ormai inflazionatissimo e ormai un simbolo preciso e potente all'interno della Storia del Cinema. Speriamo che anche il tennis e altri sport possano assurgere a una tale icona come il pugilato...anche se ne dovrà passare di acqua sotto i ponti....
Il circuito del tennis è descritto alla perfezione. Non c'è dubbio.
Verissimo, Roberto. Il ritratto delle accademie sportive giovanili è splendido nella sua crudezza individualista dove a contare è solo e soltanto il campo da gioco: non c'è spazio per altro
Non solo. Sembra proprio di stare dentro il circuito Atp e quello ITF. Prima di occuparsi delle questioni personali e sentimentali la sceneggiatura ha studiato molto bene il mondo della racchetta e le sue problematiche.
Magnifico che riesci a descrivere così bene le tue emozioni
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