Regia di Tony Gatlif vedi scheda film
Venti anni dopo “Corre Gitano”, Tony Gatlif, autore-pioniere del neonomadismo cinematografico, del meticciato in forma di visione, con “Vengo” è riuscito a dirigere il suo film sul flamenco. Filmare la musica, assecondare i ritmi e gli accordi, restituire in immagini lo swing, il pathos e soprattutto la relazione esplicita e inesprimibile tra note e vita è una vocazione che accomuna tanti cineasti lontanissimi per gusti, scelte e punti di vista. Gatlif, nel suo omaggio all’Andalusia, al sentimento meditearraneo, a un sovranazionale “gipsy social club” lascia sbocciare i “numeri musicali”, le feste, le performance degli artisti (sono le scene più belle) su un ramo fragile, ma drammatico, del racconto. Caco, il protagonista, non si dà pace per la morte della figlia e passa ore al cimitero. Protegge e fa compagnia al nipote Diego, uno spastico, figlio del fratello che dopo aver ucciso un gitano è nascosto all’estero. I debiti di sangue saranno pagati, tra una baldoria e un flamenco sufi.
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