Regia di Dennis Hopper vedi scheda film
E’ paradossale: questo film è bello nonostante tutto in esso sia brutto: brutta Los Angeles, brutti i suoi quartieri e i suoi ghetti, brutti i personaggi, siano essi bianchi, ispanici, neri o poliziotti, brutta la vicenda e la sua conclusione, brutto il linguaggio, brutte macchine e brutti abbigliamenti. Ed è tutto così vero! Dennis Hopper dirige con mano ferma un action-movie documentaristico, violento e amaro. Al centro, due agenti del Los Angeles Police Department. Il più giovane (Sean Penn) è impulsivo e aggressivo, ha una gran voglia di suonarle ai membri delle bande che infestano la città e sono sempre in guerra tra loro. Il più anziano (Robert Duvall), padre di famiglia e prossimo alla pensione, svolge ormai controvoglia il suo pericoloso mestiere, è disincantato dalla sua “missione” e cerca di frenare il suo impetuoso collega. Tenta invano di moderarlo, propinandogli qualche inutile pillola di saggezza. Li seguiremo nel corso di svariate operazioni, con inseguimenti, sparatorie e spargimenti di sangue. La trama ha un’importanza relativa, ma il vissuto di svariati personaggi sia illustrato con acume. Il linguaggio è crudo, volgare, maschilista e violento; suscita la sensazione che in quell’ambiente non vi sia alcuna possibilità di riscatto, che la società sia del tutto incapace di comunicare con alcune sue parti. Dalla visione del film si esce piuttosto amareggiati, fermi restando le splendide interpretazioni dei due protagonisti e il tocco registico di classe di Dennis Hopper. Veramente adeguata la colonna sonora, affidata ad un ispirato Herbie Hancock.
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