Regia di Volker Schlöndorff vedi scheda film
In un futuro prossimo, dominato dal fondamentalismo religioso di matrice biblica, quasi tutte le donne sono diventate sterili (idea che verrà portata all’estremo ne I figli degli uomini). Le poche che possono ancora procreare vengono messe a disposizione delle donne di una casta superiore, che le fanno fecondare dai mariti e allevano i figli come fossero loro (allo stesso modo in cui le mogli dei patriarchi della Genesi Abramo e Giacobbe, non riuscendo a partorire, usavano le rispettive ancelle), ma covano in cuore l’odio per quelle che sono le “vere” donne dei loro uomini. Il soggetto di questa allucinante visione antiutopistica è ottimo, lo svolgimento non altrettanto: probabilmente la principale responsabilità è del regista Schlöndorff, un po’ troppo teutonico, privo della visionarietà di un Gilliam. Il film non arriverebbe a 4 stelle, ma arrotondo per eccesso in omaggio alla memoria della povera Natasha Richardson.
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