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Brutti, sporchi e cattivi

Regia di Ettore Scola vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Brutti, sporchi e cattivi

di hallorann
8 stelle

BRUTTI SPORCHI E CATTIVI decreta la fine della poesia delle borgate decantate da Pasolini vent’anni prima, con la letteratura, la poesia e il cinema. Morto violentemente anch’egli, muore anche il suo mondo di cui ne aveva tristemente preannunciato l’imbarbarimento e l’omologazione al consumismo. Il film di Ettore Scola, a primo acchito, potrebbe essere considerato antipasoliniano per la forte componente nicciana, intesa (in questo caso) come disprezzo del sottoproletariato. In realtà, il regista sceneggiatore di Trevico (con Ruggero Maccari coautore) applica il suo tratto umoristico all’umanità borgatara e, se vogliamo, ci mostra il completamento del pensiero pasoliniano a riguardo: la degradazione umana e morale, nonché tutto quello già ampiamente illustrato sopra. Scola, da un punto di vista stilistico e narrativo, spinge il pedale della commedia nera con punte di grottesco sempre realistico.

Giacinto Mazzatella vive in una baracca del borghetto dei sorci di Monteciocci di Roma con moglie e nove figli, comprese nuore, nonna e nipoti. Tutti mirano al milione che Giacinto nasconde un po’ dappertutto, ottenuto come risarcimento ad un danno ricevuto all’occhio sinistro, ora cecato. Le peripezie, le botte, le vicissitudini, le piccole storie di vita quotidiana, meschinità, vendette e quant’altro si susseguono a rotta di collo con sorprese e un finale amaro.

Opera dalla struttura circolare, si apre e si chiude allo stesso modo con una novità scontata e triste, in mezzo un gran trambusto orchestrato alla perfezione dal regista e interpretato da tutti con bravura e aderenza, in primis da un ferocissimo Nino Manfredi. I personaggi-familiari della vicenda sono volgari, promiscui, usano il sesso come pulsione principale e bisogno primario. Violenti, infidi, dispettosi e diffidenti l’uno dell’altro. Giacinto con la sua avidità ne è la summa ma pure gli altri non sono da meno. Le uniche figure innocenti sono Iside, una prostituta gigantesca e gentile che diventa la fidanzata del vecchio Mazzatella e la ragazzina che fa da balia ai fratellini e cuginetti, anche lei comunque rimarrà vittima della brutalità diffusa nella baraccopoli. Scola però è netto e non salva nessuno. Tra le tante scene notevoli vanno ricordate il ritiro collettivo della pensione della nonna, il sogno consumistico di Giacinto e il pranzo di battesimo. Sergio Citti ha collaborato ai dialoghi romaneschi scritti per il doppiaggio. In gran forma il musicista Armando Trovajoli.

 

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