Accusato di aver tentato di fregare il boss, il gangster Ugo è costretto a uccidere per non essere ucciso. Un ragazzo si mette dalla sua parte e lo vendica quando la sua donna lo tradisce e lo fa uccidere dal nuovo amante.
Note
Tratto molto liberamente da un giallo di Scerbanenco, uno dei migliori film di fernando Di Leo, il maestro italiano del noir rivalutato di recente. Bella suspence, ottima direzione degli attori..
Peccato per le sciocchezze sesquipedali di Mercuri, pernicioso proudhonian-marx-sociologismo d'epoca e d'accatto, che inquina una bella fetta di noir e polizieschi dei '70. Restano un Di Leo in gran forma, una storica colonna sonora, una bella - per me - fotografia notturna e albeggiante. Moschin mi piace ma qui lo trovo non troppo adatto. 4*
Da Scerbanenco, autore di punta del nostro poliziesco, molto legato alla metropoli meneghina, un teso noir con pochi eroismi e molte miserie, tradimenti e doppi giochi. Ugo Piazza grande maschera, il ballo della Bouchet tra le visioni più hot della storia del cinema.
Significativo primo capitolo di una trilogia diretta da Fernando Di Leo su soggetto di Scerbanenco. Le città italiane (qui Milano) assumono una dimensione "altra" strette nella morsa della malavita e del boss soprannominato -significativamente- l'Americano. Grande esempio di cinema che sfugge al genere in senso stretto per quanto compiuto...
Grande regia per un film precursore del filone pulp. Infatti in Pulp Fiction di Tarantino (così conme in altri suoi film) si notanoparecchi riferimenti a questo film di Di Leo. Ottima, anche se un pò sopra le righe, l'interpretazione di Mario Adorf.
noir coi fiocchi e controfiocchi: suggestiva ambientazione milanese, attori perfetti, sceneggiatura avvincente, regia professionale, musica coinvolgente…cosa chiedere di piu' ad un film?!
“Tu sei appena arrivato, Mercuri, ma l’organizzazione dell’Americano è una cosa grossa: contrabbando di valuta, infiniti passaggi, molti uomini. Sono anni che gli sto col fiato sulla nuca, ma non mi riesce ancora di azzannarlo”.
“Commissario, io sono appena arrivato qui, ma ho studiato molto bene la cosa: secondo me lei fa un’indagine piuttosto unilaterale”.
“Unilaterale?… leggi tutto
Stile asciutto e ritmo serrato, il film si lascia guardare con piacere.
I modelli a cui si fa riferimento però (da Melville a Siegel) sono ancora lontani. Soprattutto manca la profondità che il regista francese sapeva dare ai suoi personaggi.
Suona abbastanza ridicolo il tentativo di dare un senso politico al film nei dialoghi tra il commissario di polizia e il suo… leggi tutto
Fernando di Leo reinventava il thriller italiano attorno i tipici stereotipi polizieschi dell'epoca. Se da un lato vengono riconosciuti i tratti classici del thriller americano, da l'altro il regista italiano crea un nuovo supporto per le fondamenta di un filone molto proficuo ed apprezzato dell'epoca, il poliziesco italiano. Costituito, molto spesso, da recitazioni folcloristiche in dialetto… leggi tutto
Fernando Di Leo realizza quello che probabilmente è il suo capolavoro. Non lo fa da solo, c'è Bakalov alla colonna sonora, c'è un cast riuscitissimo con Gastone Moschin che impone il suo talento nella scena nazionale e internazionale (due anni dopo verrà scelto per il secondo capitolo del Padrino), c'è l'ispirazione di Scerbanenco, ma è indubbio che il…
Primo tratteggio d’autore e capolavoro della “trilogia del milieu” ad opera di uno dei registi italiani molto amato da Tarantino che si ispira per il lungometraggio alla lontana alle opere di Scerbanenco (la definisce una pastura) e guarda al Polar solitario di Melville solo in parte in quanto in questo caso manca quel moralismo in valore assoluto associato alla poetica del…
Si sa ormai quanto i costumi e gli oggetti di scena abbiano importanza in un film. Ci sono accessori che hanno fatto di una pellicola un cult grazie proprio ad uno di questi, può essere un sigaro, una bombetta,…
Come spesso mi capita, piuttosto che inseguire le novità recupero film del passato e sono contento di aver recuperato questa pietra miliare del cinema italiano. Milano calibro 9 è ricco di spunti interessanti. Sicuramente la sua violenza ha stupito i contemporanei del film. L'ambientazione è moderna, accattivante e Milano non è distante da New York ed il suo clima…
Un'opera travolgente e avanti per i tempi. In quegli anni, i cosiddetti "poliziotteschi" o "noir all'italiana" erano all'ordine del giorno, ma questo piccolo gioiello ha una marcia in più, sia negli interpreti (Moschin, Leroy, Bouchet, Adorf...) che nella regia, e pure nella colonna sonora (collaborazione tra Bacalov e gli Osanna). Un intrigo, un complotto, una matassa il cui bandolo…
Autore da rivalutare Giorgio Scerbanenco. Con romanzi come TRADITORI DI TUTTI, I MILANESI AMMAZZANO IL SABATO e VENERE PRIVATA (giusto per citarne alcuni) ci spiegava come la Milano del Duomo, dei Navigli e del panetun, stava cambiando radicalmente faccia (anche per via del bom economico e del conseguente giro di denaro) innescando un'escalation di violenza e criminalità. Tratto…
Fernando di Leo reinventava il thriller italiano attorno i tipici stereotipi polizieschi dell'epoca. Se da un lato vengono riconosciuti i tratti classici del thriller americano, da l'altro il regista italiano crea un nuovo supporto per le fondamenta di un filone molto proficuo ed apprezzato dell'epoca, il poliziesco italiano. Costituito, molto spesso, da recitazioni folcloristiche in dialetto…
La Morte schifosa, la Morte lasciva! La Morte! La Morte! La Morte che arriva! La Morte, la Morte, dolcissima e amara, la Morte che avanza nella notte chiara. La Morte di pietra, la Morte di neve la Morte che arriva con…
In questa lista trovate sia i film che mi hanno avvicinato alla settima arte e con i quali sono cresciuto, sia quelli che hanno consolidato la mia passione per essa.
Ugo Piazza (Gastone Moschin) è un delinquente al servizio di un boss mafioso chiamato “Americano”. dopo un colpo in cui sparisce un cospicuo bottino viene arrestato e passa tre anni in prigione. Uscito, gli uomini del boss lo perseguitano credendo che sia stato lui a far sparire il vil danaro.
Buon esempio di poliziesco
(o poliziottesco) all’italiana,…
Scavare il Pieno, Scolpire il Vuoto: il Biancore della Rena: Nitrato d'Argento, Polvere di Marmo: Dettagli e Venature: Homo Faber, Cantiere Aperto.
Cos'è una Cattedrale? Poggia, cresce, sostiene…
Stile asciutto e ritmo serrato, il film si lascia guardare con piacere.
I modelli a cui si fa riferimento però (da Melville a Siegel) sono ancora lontani. Soprattutto manca la profondità che il regista francese sapeva dare ai suoi personaggi.
Suona abbastanza ridicolo il tentativo di dare un senso politico al film nei dialoghi tra il commissario di polizia e il suo…
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Commenti (19) vedi tutti
Peccato per le sciocchezze sesquipedali di Mercuri, pernicioso proudhonian-marx-sociologismo d'epoca e d'accatto, che inquina una bella fetta di noir e polizieschi dei '70. Restano un Di Leo in gran forma, una storica colonna sonora, una bella - per me - fotografia notturna e albeggiante. Moschin mi piace ma qui lo trovo non troppo adatto. 4*
commento di Karl78Uno dei capisaldi del poliziesco all'italiana, a lungo considerato di serie B ma capace di ispirare il grande Cinema a venire.
leggi la recensione completa di alfatocoferoloUn poliziesco anni 70 meneghino, che sa di spaghetti western e con un grande Gastone Moschin.
commento di Ippolito-AbelliDa Scerbanenco, autore di punta del nostro poliziesco, molto legato alla metropoli meneghina, un teso noir con pochi eroismi e molte miserie, tradimenti e doppi giochi. Ugo Piazza grande maschera, il ballo della Bouchet tra le visioni più hot della storia del cinema.
commento di Aaanton71Facente parte di una trilogia ,uno dei migliori polizieschi con vene noir
commento di 90000Significativo primo capitolo di una trilogia diretta da Fernando Di Leo su soggetto di Scerbanenco. Le città italiane (qui Milano) assumono una dimensione "altra" strette nella morsa della malavita e del boss soprannominato -significativamente- l'Americano. Grande esempio di cinema che sfugge al genere in senso stretto per quanto compiuto...
leggi la recensione completa di undyingDiscreto.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiEsempio di poliziesco con tutte le carte in regola.
leggi la recensione completa di emilLa musica, pardon, il commento musicale di Bacalov è forse la componente più riuscita di questa pellicola, che anche per il resto è molto buona.
leggi la recensione completa di andenkoCapolavoro noir con una bella trama e gran finale
commento di rash91Certamente il miglior Noir della storia del cinema
commento di scerbanenco1986Un po' troppo ripetitivo con le sue continue sparatorie ma il finale è straordinario.
commento di florentia violaUn capolavoro incompreso (all'epoca).
commento di ligetiUn inizio e un finale da antologia!In mezzo cinema cinico,realista,pessimista,necessario!Straordinario Di Leo,ottimi gli attori!Capolavoro!
commento di CERAUNAVOLTAGrande regia per un film precursore del filone pulp. Infatti in Pulp Fiction di Tarantino (così conme in altri suoi film) si notanoparecchi riferimenti a questo film di Di Leo. Ottima, anche se un pò sopra le righe, l'interpretazione di Mario Adorf.
commento di jeffwineCon La mala ordina è il film più bello di Fernando Di Leo. Un tipo di cinema che in Italia non rivedremo più. Spettacolare!!!
commento di mise en scene 88Memorabile.
commento di moviemannoir coi fiocchi e controfiocchi: suggestiva ambientazione milanese, attori perfetti, sceneggiatura avvincente, regia professionale, musica coinvolgente…cosa chiedere di piu' ad un film?!
commento di ed woodUN CAPOLAVORO DEL NOIR,CHE DI LEO DIRIGE ALLA PERFEZIONE.GRANDE LA STORIA E PERFETTI GLI ATTORI.NIENTE DI PIU' DA DIRE:UN MITO! *****
commento di superficie 213