Un film che lascia il segno, imperdibile, una storia che risuona con il presente. Una famiglia spezzata dall’esilio, un cuore che batte oltre il confine, un’eredità che nessuna guerra può cancellare. Quando la memoria diventa resilienza.
C'è mestiere, c'è contorno, ma manca l'anima, corrotta da troppo voyeurismo, troppo desiderio di creare scalpore, che rende tutto posticcio, imbarazzante, insalvabile.
Visivamente gradevole grazie ad un bianco e nero nitidissimo, arricchito dalla spontanea umanità della popolazione partenopea, l’operazione di Rosi si limita però ad un collage di frammenti a cui manca un filo conduttore unificante
Cinema antimilitarista che mostra gli orrori della guerra dalla prospettiva di un Giappone ormai allo sbando. La tomba delle lucciole torna in sala come evento e se non l'avete mai visto allora andateci subito perché è il momento giusto...
Un cinema di piaggeria, dalle sofisticate ambizioni che si risolvono in banale superficialità, ergendolo a degno rappresentante di tutto ciò che vorrebbe combattere.
Marcello parla di Eleonora Duse ma narra soprattutto l’orribile Italietta dei papponi, degli approfittatori, dei vigliacchi che nel ventennio si accomodarono sul carro fascista per commettere crimini e sfruttare le più sordide occasioni di successo.
Non è una pellicola memorabile ma un horror onesto e ben realizzato, un blockbuster senza troppe pretese capace di attrarre (e soddisfare) il grande pubblico, soprattutto se è fan dei Warren.
Un magnifico film-non-horror che racconta un inequivocabile processo di consunzione, di corpi ed universi, e che possiede il raro pregio di riuscire ad allarmare e commuovere assieme.
Lunghe code davanti alle sale, fan ingegnosi pronti a sacrifici immani per guadagnarsi la prima fila sul Red Carpet, locali sempre traboccanti di persone affamate, disidratate, sfinite. Ed ecco i film.
900 sale per il nuovo Demon Slayer sono una scommessa. Il finale di Downton Abbey invece no. Francesco De Gregori e i suoi Nevergreen meritano. I Pomeriggi di Albert Serra sono soli e in poche sale. Auguri a Manara. (Ri)guardiamo i trailer del nuovo film di P.T. Anderson.
Tutto a posto, tutto come deve essere. In più, però, c'è uno spunto per rileggere (o leggere per la prima volta) il capolavoro di humor-science fiction “MindSwap". E un cast di ottimi ritorni e fulminee new entry. E se non è abbastanza godetevi le cover d’iper-super-extra classiconi.
Un piacevolissimo thriller/horror estivo che, pur attingendo da un immaginario cinematografico vecchio di cinque decenni, riesce a suscitare un certo apprezzamento grazie a piccole dosi di innovazione.
Sorretta da una fotografia “fredda” ma efficacissima, la Bliuvaitè filma lo squallore e la decadenza della provincia industriale lituana con un’attenzione e con una perizia sorprendenti comunicando senza alcuna esitazione il dolore delle periferie del mondo
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